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FRANCIA Le Pen nega le accuse di frode: «Non ho commesso irregolarità»

14.10.24 - 19:55
La leader del partito di estrema destra Rassemblement National è stata interrogata in merito alla faccenda dei "falsi assitenti"
IMAGO
Fonte Ats ans
Le Pen nega le accuse di frode: «Non ho commesso irregolarità»
La leader del partito di estrema destra Rassemblement National è stata interrogata in merito alla faccenda dei "falsi assitenti"

PARIGI - È cominciato questo pomeriggio a Parigi l'interrogatorio in tribunale di Marine Le Pen per la vicenda dei falsi assistenti di parlamentari europei del partito di estrema destra da lei presieduto, il Rassemblement National (RN), ex Front National (FN).

Dopo un primo scambio cordiale di domande e risposte, l'atmosfera è diventata più formale quando i magistrati hanno posto a Le Pen domande più stringenti. «Non ho assolutamente la sensazione di aver commesso la benché minima irregolarità - ha risposto - la minima azione illegale».

Le Pen ha negato in modo deciso le accuse di aver impiegato assistenti parlamentari di RN in modo fittizio, parlando di un sistema esistente di «pool» nella sua organizzazione: «Non ha senso avere qualcuno che fa la stessa cosa di quello che gli lavora accanto - ha affermato - c'è dunque una circolazione degli assistenti parlamentari ai quali si possono domandare delle cose, dei pareri, degli appunti».

Sono 25 i sospettati di aver organizzato o di aver partecipato ad un «sistema centralizzato» di gestione delle «buste» - alle quali i deputati europei hanno diritto per remunerare i loro assistenti parlamentari - con lo scopo di pagare dei dipendenti che lavoravano, in realtà, per il partito.

Marine Le Pen, nel resto dell'interrogatorio, ha tentato di portare il discorso su temi generali, cercando di non rispondere puntualmente alle domande dei giudici: «il Parlamento europeo è un blob che inghiottisce tutto», ha detto, aggiungendo che si deve fare attenzione affinché gli eurodeputati non si facciano «mangiare da quel blob».

«Lei non ha risposto ma avremo la risposta, non ne dubito», ha replicato la presidente del tribunale, Bénédicte de Perthuis, che nel pomeriggio ha chiesto a più riprese alla leader di estrema destra come aveva scelto i suoi assistenti parlamentari a Strasburgo quando fu eletta per la prima volta, nel 2004. «Si tratta di 20 anni fa», ha risposto Marine Le Pen, giustificando la sua difficoltà a fornire dettagli.

Nella vicenda, sulla quale i giudici indagano da anni, Marine Le Pen e altri 24 sospetti sono giudicati da due settimane, e fino al 27 novembre, per l'accusa di appropriazione indebita di denaro pubblico e costituzione di un sistema centralizzato per pagare dei dipendenti che in realtà lavoravano per il partito.

Rispondendo alle domande durante l'istruttoria dell'inchiesta, Marine Le Pen aveva sostenuto che quando gli assistenti parlamentari non erano strettamente dediti ai loro compiti parlamentari, potevano lavorare per il partito. Quando oggi, il rappresentante legale del Parlamento europeo, avvocato Patrick Maisonneuve, glielo ha ricordato, Le Pen si è giustificata affermando che «queste parole sono meno importanti della questione di fondo».

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