Nadiia è impiegata presso la Fondazione svizzera per lo sminamento in Ucraina.
LOSANNA - La 26enne è a capo di una piccola squadra di artificieri che localizza, dissotterra e disinnesca mine dell'esercito russo. Da Kiev si è recata a Losanna per partecipare alla Conferenza sullo sminamento in Ucraina, in corso in questi giorni, e raccontare del suo operato. Ha parlato anche con noi.
Nadiia, come era la tua vita prima della guerra, e come è cambiata con essa?
«Ero spesso impegnata in attività più... intellettuali. Sono stata contabile, amministratrice e avevo una mia azienda. Con la guerra sono stata costretta a svolgere altre mansioni. Un mio amico era stato assunto dalla Fondazione svizzera per lo sminamento (Fsd) e mi aveva assicurato che non erano necessarie competenze specifiche per essere assunti. Inizialmente ero spaventata, ma con il passare del tempo sono diventata sempre più sicura».
Come è scandita la giornata di una persona che dissotterra, disinnesca e fa esplodere mine?
«Ogni mattina la squadra si reca sul posto alle 8.30. Al personale vengono impartite le misure di sicurezza e assegnati i compiti. Personalmente mi occupo di monitorare la qualità del lavoro e di redigere i rapporti giornalieri e settimanali. Dedico molto tempo alla pianificazione delle operazioni e alla formazione dei nuovi arrivati. Alle 16.30 si sbaracca e si torna in ufficio, dove si puliscono le attrezzature. Poi si fa rapporto alla direzione».
Si tratta di uno dei mestieri più pericolosi al mondo, ma qualcuno deve farlo, e quel qualcuno sei tu. Come vedi la tua professione?
«È un lavoro molto rischioso. Anche chi possiede 10 anni di esperienza sul campo può rimanere ferito o ucciso. Personalmente non agisco mai in modo affrettato e valuto costantemente le mie mosse. La Fsd ha sviluppato una procedura operativa standard. Se viene seguita si minimizzano i rischi».
Come trovi la motivazione per andare là fuori e fare quello che fai?
«Amo il mio lavoro. Lo faccio per le generazioni future. Per permettere ai nostri agricoltori di coltivare la terra e produrre cibo senza rischiare di saltare in aria».
Quante mine sono state sotterrate dai russi?
«Difficile da dire. Sappiamo che il 25% del territorio è potenzialmente contaminato da mine e munizioni inesplose. Ma l'area contaminata continua a crescere a causa dei bombardamenti».
La vostra attività avrà mai fine?
«Passeranno decenni prima che l'Ucraina riuscirà a liberarsi di tutte le mine. Personalmente ho localizzato decine di proiettili di mortaio e ne ho spostati alcuni. Spero che potremo presto lavorare con altri tipi di esplosivi».
Hai mai perso un compagno di squadra?
«Fortunatamente no. Dall'inizio delle operazioni in Ucraina non si è mai verificato un incidente in cui un membro del personale è rimasto ferito o è deceduto a causa di un'esplosione».
Quali ricordi porti con te?
«Ricorderò per sempre il momento in cui abbiamo fatto brillare il nostro primo ordigno. È stato terrificante e affascinante allo stesso tempo».