Secondo le autorità turche aveva orchestrato il tentato golpe del 2016.
ANKARA - È morto a 83 anni Fethullah Gulen, influente predicatore islamico turco, ritenuto da Ankara la mente del tentato golpe contro il presidente Recep Tayyip Erdogan del 15 luglio 2016. La notizia è stata pubblicata da Herkul, sito vicino al predicatore, e viene ripresa dai maggiori media turchi.
Gulen si è spento in Pennsylvania, dove viveva dopo essersi trasferito negli Usa nel 1999, senza più tornare in Turchia. Capo di una confraternita religiosa con milioni di seguaci, Gulen inizialmente fu alleato di Erdogan ma nel 2012 i due entrarono in conflitto e il presidente turco lo accusò di avere architettato il tentato golpe del 2016.
Nato nel 1941 in provincia di Erzurum, nella Turchia orientale, in una famiglia religiosa, Gulen ha iniziato fin da giovanissimo a predicare l'islam per poi diventare imam e insegnante nella scuola coranica di Smirne, la terza città più grande del Paese, sulla costa turca bagnata dal Mare Egeo, e la sua popolarità iniziò a crescere in modo esponenziale nella parte più religiosa della società turca.
Divenne il capo di una confraternita islamica, conosciuta come "movimento Hizmet" (servizio, in turco), che tra gli anni '80 e '90 riuscì a raccogliere un seguito di milioni di persone, diventando nota anche a livello internazionale. Negli anni, molti dei suoi seguaci iniziarono ad occupare posizioni importanti nella Magistratura e nelle forze di polizia di Ankara, mentre i membri del movimento fondarono una vasta rete di scuole private.
Nel 1999, in seguito al colpo di Stato militare del 1997, Gulen si trasferì negli Usa mentre, a partire dal 2002, il suo movimento diede sostegno ai primi governi del partito Akp di Recep Tayyip Erdogan. Parallelamente all'influenza sulla Magistratura, sulla polizia e sul settore educativo tramite la rete di scuole, il movimento di Gulen diventò attivo anche nel settore mediatico, andando a controllare una serie di quotidiani e canali televisivi che davano sostegno ai governi dell'Akp di Erdogan.
I rapporti tra Gulen e l'attuale presidente turco iniziarono ad incrinarsi nel 2012 e negli anni successivi il governo fece chiudere le scuole e i media affiliati al predicatore. Erdogan accusò Gulen di essere la mente del tentato golpe del 2016, dove morirono circa 250 persone.
Il predicatore negò le accuse ma il suo movimento venne messo al bando come movimento terroristico, Gulen fu condannato dalla Magistratura di Ankara per avere architettato il colpo di Stato, la Turchia chiese agli Usa la sua estradizione, mai concessa, mentre in patria i membri del suo movimento vennero arrestati.