Si indaga per associazione per delinquere finalizzata al dossieraggio illegale tramite l'accesso a banche dati.
MILANO - La procura di Milano ha portato avanti un'inchiesta sulla società di investigazioni Equalize: è emersa un'associazione per delinquere finalizzata al dossieraggio illegale tramite l'accesso a più banche dati riservate che avrebbe spiato molte più di 800mila persone.
Da un lato, ricerche del presunto network delle cyber-spie anche su facoltosi stranieri con interessi economici in Italia, in particolare cittadini russi, tra cui un «oligarca». Dall'altro, una rete per realizzare i prelievi di dati sensibili basata pure all'estero per cercare di aggirare i controlli, in più l'ipotesi di una presunta vendita delle informazioni ad «agenzie straniere» e il sospetto che in altri Paesi possa essere stata creata «una banca dati destinata a conservare le informazioni».
Sono temi centrali da approfondire nell'inchiesta della Dda di Milano, guidata da Marcello Viola e Alessandra Dolci. Indagine coordinata dal pm Francesco De Tommasi e condotta dal Nucleo investigativo di Varese, che ha portato anche al sequestro di server in Lituania, attraverso i quali sarebbero stati condotti attacchi informatici con "esfiltrazione" di file dalle banche dati.
E' Nunzio Samuele Calamucci, mente tecnologica del gruppo, come scrive il pm nelle carte, a svelare che la "piattaforma Beyond", l'ultimo prodotto della banda come aggregatore di informazioni, "è collegata a due server centrali, uno situato a Londra e uno ubicato in Lituania". Intercettato diceva: "Ho fatto delle unità di back-up, una nella sede di Londra che abbiamo e un altro in Lituania".
Le ultime indagini hanno accertato, poi, che a Londra è stata costituita una società "clone" di quella milanese, ossia la Equalize Ltd. E che in Inghilterra agisce, secondo la Dda, un gruppo di "ragazzi", così chiamati nelle conversazioni, e "coordinati" da tale "Monica", ancora da identificare con certezza, che si occuperebbe di "accessi diretti" allo Sdi delle forze dell'ordine. Per questo, gli inquirenti valutano anche l'ipotesi di una rogatoria verso le autorità inglesi.
Nel frattempo, degli atti, che mettono in luce contatti con «servizi segreti, pure stranieri», risultano presunti report su alcuni russi. Nel gennaio 2023 Calamucci parla con Camponovo, anche lui ora ai domiciliari, di una «applicazione per la traduzione simultanea della lingua russa», che gli «consentirebbe di realizzare un report relativo alla presenza di alcuni asset economici russi in Europa». Sempre l'hacker dice a Carmine Gallo, l'ex super poliziotto: «mi sono installato una app per la traduzione simultanea!». E gli mostra un report: «Ti faccio vedere una roba (...) quello che gli ho consegnato oggi per la chiesa ... questo è il famoso oligarca russo (...) Gli ho ricostruito tutto, compresi gli asset (...) tutti i documenti originali che ci hanno chiesto perché si vede che li devono sanzionare o qualche cagata del genere».
Anche nel giugno 2023 si parla di accertamenti su un «russo». I pm scrivono, però, che non hanno trovato riscontri sulla sua identità, se non "una vicenda" che vede coinvolti Victor Kharitonin - magnate russo vicino al governo di Mosca, attivo nel settore farmaceutico e socio di Roman Abramovic, nonché proprietario di 'El Camineto' di Cortina gestito da una società di Flavio Briatore - e Alexandrovich Toporov, magnate kazako proprietario dell'hotel Savoia a Cortina e che lavora nel campo immobiliare.
Infine, un capo di imputazione su presunti accessi abusivi, il 13 marzo, alle banche dati Sdi e Punto Fisco su Vladimir Tsyganov e Oxana Bondarenko, quest'ultima titolare di una serie di showroom in Russia. Operazioni contestate anche questa volta a Giuliano Schiano, militare della Gdf e destinatario di misura interdittiva tre giorni fa. La richiesta delle verifiche sarebbe arrivata sempre da Calamucci, il presunto vertice dell'associazione per delinquere.