Le regioni già colpite dal maltempo sono alle prese con nuove forti piogge, in alcune aree è ancora allerta rossa. Decine gli arrestati
VALENCIA - Meritano di essere sottolineate le poche buone notizie che arrivano dalla Comunità Valenciana, che si trova a fare i conti con le tragiche conseguenze causate dalla Dana. Sette degli otto cittadini ecuadoriani che risultavano dispersi sono stati ritrovati vivi. L'ambasciata dell'Ecuador a Madrid e i vari consolati stanno monitorando la situazione, in caso vengano identificati altri connazionali.
La tremenda ondata di maltempo ha causato almeno 150 morti a Valencia e dintorni, con un bilancio che potrebbe essere nuovamente rivisto al rialzo nel corso della giornata. Forti piogge stanno colpendo ancora in queste ore sia la Comunità Valenciana che l'Andalusia occidentale. L'Agenzia meteorologica statale (Aemet) ha dichiarato l'allerta rossa per alcune zone costiere. Una vera e propria tempesta ha mandato sott'acqua parte del capoluogo di Huelva e alcune località vicine. Allerta, anche se gialla, per le isole Baleari.
🔴 IMPORTANTE. Aviso rojo en El Andévalo, El Condado y el litoral de Huelva por las lluvias acumuladas durante la noche.
— Juanma Moreno (@JuanMa_Moreno) November 1, 2024
Pido EXTREMAR LA PRECAUCIÓN. Por favor, no salgamos de casa siempre que sea posible y evitemos desplazamientos o cualquier riesgo innecesario.
PRUDENCIA. pic.twitter.com/o47ZTi3VzU
Le cinque allerte rosse emesse in soli quattro giorni hanno sorpreso i meteorologi, che parlano di una Dana anomala o di nuova generazione, figlia del cambiamento climatico. Le previsioni non inducono all'ottimismo: gli allarmi resteranno in vigore almeno fino a domenica.
Sono più di 150 le strade ancora impraticabili, a causa di acqua e fango oppure dei veicoli trascinati dalla corrente che occupano le carreggiate. I collegamenti ferroviari con Madrid e parte della Catalogna resteranno bloccati per almeno due settimane. Le autorità hanno disposto lo schieramento di altri 500 soldati, che vanno ad aggiungersi ai 1200 già in azione da giovedì.
Le squadre di emergenza non hanno perso la speranza di trovare persone ancora vive. «Moltissime erano ai piani basi delle case, nei garage, tentando di mettere in salvo le auto, possono ancora esserci persone ancora vive fra coloro che si trovano in questa situazione» ha dichiarato alla tv nazionale la ministra della Difesa, Margarita Robles. Qualcuno potrebbe trovarsi all'interno di quelle vetture che sono «accatastate su altre auto».
Le storie che rimbalzano sui media locali sono oltremodo drammatiche. La sindaca di Chiva, uno dei comuni più colpiti, ha raccontato in lacrime che non si riesce nemmeno a provvedere a sfamare i residenti. «Abbiamo bisogno di latte e pappette per neonati e anziani. Intere case sono scomparse, non sappiamo se con o senza persone all'interno». Da martedì Chiva è senza corrente elettrica, acqua potabile e telefono. Alcuni amministratori locali non riescono a nascondere la rabbia. Come Juan Ramón Adsuara, sindaco di Alfafar, che ha dichiarato alla televisione pubblica che «non vede un camion dei pompieri né la Guardia Civil da giorni» e ha avvertito che «ci sono persone che vivono con cadaveri nelle loro case».
Più di 360mila persone non hanno accesso all'acqua potabile e altre 50mila sono ancora al buio.
La situazione a Valencia e nei comuni vicini è lungi dal tornare alla normalità. Oltre alle strade invase dal fango e dai detriti bisogna fare i conti con gli sciacalli, che stanno cercando di appropriarsi di veicoli e beni rimasti incustoditi, nelle abitazioni o nei negozi. Nella sola nottata di mercoledì la polizia ha arrestato 39 persone che hanno cercato di approfittare del caos per derubare gli esercizi commerciali, perfino le gioiellerie.