Viabilità in tilt e paura. Ma per fortuna per ora non si contano vittime. Intanto a Valencia pronti ad accogliere «fino a 400 salme»
MADRID - Ancora piogge fortissime e tante ore con il fiato sospeso per il rischio di nuove inondazioni in Spagna. Questa volta a vivere una giornataccia a causa della Dana sono state migliaia di persone a Barcellona e in altre zone della Catalogna, a lungo rimaste in allerta per maltempo e pericoli associati.
Le precipitazioni hanno provocato forti disagi in particolare per la mobilità, con decine di voli cancellati e i treni locali fuori uso fino al pomeriggio inoltrato. Mentre nella flagellata zona di Valencia continua l'incubo dovuto al devastante impatto dell'alluvione avvenuta martedì scorso.
Viabilità in tilt - All'aeroporto El Prat di Barcellona la situazione ha cominciato a complicarsi particolarmente verso metà mattinata. Nel giro di quattro ore in zona si sono infatti accumulati circa 150 litri di acqua per metro quadro, ovvero più di quanto lì di solito piove in oltre tre mesi: una quantità sufficiente a mandare in tilt il traffico aereo e provocare la soppressione di circa 70 voli e la deviazione verso altri scali di altri 18.
A brevissima distanza a preoccupare è stato in particolare il fiume Llobregat, che nel passaggio attraverso la cintura sud della città si è ingrossato molto al di là della sua portata abituale, secondo le autorità locali. «Non avvicinatevi alle sponde!», ha avvertito la Protezione Civile, prima di emettere, ore dopo, un messaggio più rassicurante in cui indicava che la situazione si stava «normalizzando».
Sempre nella stessa zona, la pioggia ha provocato diversi problemi di circolazione anche sulla rete stradale, ad esempio sull'autostrada C-32 allagatasi vicino a Castelldefels. Per quanto riguarda le ferrovie, oltre allo stop dei treni metropolitani del servizio 'Rodalíes', si sono anche registrati ritardi sulla linea ad alta velocità Barcellona-Madrid. La Dana ha invece risparmiato il cuore del capoluogo catalano: "I danni sono stati minimi", ha detto il sindaco Jaume Collboni.
Non c'è pace a Valencia - Nel frattempo a Valencia ancora non c'è pace visto che si continuano a cercare possibili dispersi dopo che il bilancio delle vittime dell'alluvione comunicato dal ministero dell'Interno ha raggiunto la cifra di 214 (a cui ne vanno aggiunte almeno tre in altri punti della Spagna).
Un piccolo sospiro di sollievo è arrivato per il fatto che, finora, le ispezioni svolte nel parking del centro commerciale Bonaire di Aldaia, in cui si temeva fossero rimaste intrappolate decine di persone, non hanno portato al ritrovamento di nessun morto, stando alla polizia. L'Unità militare d'emergenza ha però reso noto di aver predisposto una camera mortuaria in grado di ospitare «fino a 400 salme», segno che il dato più tragico dell'emergenza potrebbe crescere ancora.
Negli oltre 70 comuni colpiti dall'alluvione prosegue intanto l'enorme mole di lavoro ancora necessario per ripristinare la normalità: rimozione di veicoli, pulizia delle strade da fango e sporcizia, riparazioni dei danni infrastrutturali. Alla regione, dove è anche appena approdata una nave militare con nuovi mezzi e aiuti, sono stati sinora destinati circa 7.800 militari e oltre 8.000 tra poliziotti e pompieri.
E da fuori arrivano anche carichi di viveri e altri beni di prima necessità raccolti attraverso campagne di solidarietà (solo a Madrid, ad esempio, sono già stati stati preparati 230 camion). Ma il clima nella zona resta di evidente nervosismo e ora si estende il timore di diffusione di malattie per la possibilità che ci siano cadaveri ancora non raccolti dopo le inondazioni della scorsa settimana. «Non c'è un rischio importante di epidemie», ha comunque tranquillizzato il ministero della Sanità.