Sono le vittime dell'esplosione del deposito abusivo di fuochi d'artificio a Ercolano
ERCOLANO - Sono morti al primo giorno di lavoro. Le tre vittime dell'esplosione del deposito abusivo di fuochi d'artificio a Ercolano, in provincia di Napoli, sono due gemelle di 26 anni e un 18enne di origini albanesi.
A comunicarlo al Corriere della Sera è una parente di una delle vittime, il ragazzo. «Era il primo giorno di lavoro per tutti e tre. Da quello che abbiamo capito la fabbrica è stata aperta tra venerdì e domenica» in vista delle prossime festività natalizie «e oggi era il primo giorno effettivo di lavoro. Non so chi la gestisce so solo che stamattina sono andati a prenderlo davanti a un bar per portarlo al lavoro».
La forte esplosione ha distrutto il capannone, lasciando solamente un cumulo di ceneri fumanti. «Una scena di devastazione e distruzione e di grandissimo dolore», ha commenta il sindaco Ciro Buonajuto. Né al Comune né ad altre autorità sono mai pervenute richieste di autorizzazione e nemmeno conosco il proprietario di questa struttura». Le autorità non hanno ancora confermato l'identificazione: a causa della deflagrazione i corpi sono irriconoscibili. «Quello che ci frantuma è che i nostri giovani muoiano così. Basta ascoltare le urla di dolore della madre delle due ragazze per capire» ha aggiunto Buonajuto.
Per il segretario generale del sindacato Uil della regione Campania, Giovanni Sgambati, questa è «un'ennesima tragedia che mette in luce l'assoluta mancanza di controllo. È fondamentale istituire una Procura speciale e riconoscere il reato di omicidio colposo sul lavoro. Questo rappresenterebbe un deterrente, ma soprattutto certe persone devono comprendere che la vita ha un valore superiore a qualsiasi profitto ed è particolarmente sconfortante che spesso questi incidenti mortali avvengano in contesti di lavoro illegale, dove le regole vengono sistematicamente ignorate».