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ThailandiaUccise 14 amici con il cianuro, condannata a morte

21.11.24 - 11:45
Scoperte dalla polizia anche altre morti simili, almeno 13 risalenti al 2015.
Keystone
La madre di Siriporn 'Koy' Khanwong, tiene una foto della figlia fuori dal Tribunale penale di Bangkok (20 novembre 2024). Il Tribunale penale della Thailandia ha condannato a morte Sararat Rangsiwuthaporn, la donna thailandese accusata di aver avvelenato 15 persone, tra cui Khanwong, con il cianuro nell'aprile 2023.
La madre di Siriporn 'Koy' Khanwong, tiene una foto della figlia fuori dal Tribunale penale di Bangkok (20 novembre 2024). Il Tribunale penale della Thailandia ha condannato a morte Sararat Rangsiwuthaporn, la donna thailandese accusata di aver avvelenato 15 persone, tra cui Khanwong, con il cianuro nell'aprile 2023.
Fonte ats ans
Uccise 14 amici con il cianuro, condannata a morte
Scoperte dalla polizia anche altre morti simili, almeno 13 risalenti al 2015.

BANGKOK - Una donna è stata condannata a morte da un tribunale thailandese dopo essere stata accusata di aver ucciso 14 persone, in quella che è la prima sentenza in un caso di omicidio seriale di alto profilo che ha scioccato la nazione. Lo scrive la Cnn online.

L'ultimo caso risale allo scorso anno. Secondo il tribunale di Bangkok, Sararat Rangsiwuthaporn ha ucciso un'amica, Siriporn Khanwong, aggiungendo del cianuro al cibo della vittima, poi le ha rubato beni per un valore di oltre 4'400 dollari. Per il giudice, l'imputata era dipendente dal gioco d'azzardo e ha agito per saldare i suoi debiti.

Durante l'udienza è stato rivelato che Sararat ha viaggiato con l'amica, nella provincia di Ratchaburi, a ovest di Bangkok nell'aprile 2023, dove hanno preso parte a un rituale di protezione buddista. Siriporn ha avuto un collasso ed è morta dopo aver mangiato con Sararat, che non ha fatto alcun tentativo di aiutarla, hanno detto gli investigatori.

Tracce di cianuro sono state poi trovate nel corpo di Siriporn e quando è stata ritrovata mancavano il telefono, i soldi e le borse. La polizia ha quindi arrestato Sararat e ha approfondito le indagini, scoprendo altre morti simili, almeno 13, risalenti al 2015 mentre in un altro 'incidente' una donna è sopravvissuta, ma ha ammesso di non averla mai denunciata.

L'attenzione nazionale sul caso è stata alimentata dai legami di Sararat con il suo ex marito, un ex alto ufficiale di polizia, condannato insieme al suo avvocato a pene detentive rispettivamente di un anno e 4 mesi e due anni, per aver nascosto prove volte ad aiutarla ad evitare il processo.

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