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GUERRA IN UCRAINA

Tra Mosca e Kyiv è ancora escalation. La Nato: «Spingersi oltre»

Kyiv ricorre ai missili Atacms americani e a quelli britannici Storm Shadow. Mentre Putin agita lo spettro del nucleare.
Keystone
Sistema missilistico Iskander russo pronto al lancio verso le infrastrutture militari ucraine, novembre 2024
Tra Mosca e Kyiv è ancora escalation. La Nato: «Spingersi oltre»
Kyiv ricorre ai missili Atacms americani e a quelli britannici Storm Shadow. Mentre Putin agita lo spettro del nucleare.

KYIV - Se con l'elezione di Trump e in attesa del suo prossimo insediamento - "inauguration day" il 20 gennaio 2025 - si sperava già anticipatamente in una ripresa del dialogo («metterò fine alla guerra», ha più volte ripetuto il Tycoon), al contrario si assiste in queste ore a una recrudescenza dello scontro russo-ucraino.

Lo dicono i fatti. Mosca avanza e lo fa a gran velocità - mai così rapidamente dalla primavera del 2022 -, conquistando in una sola settimana quasi 235 chilometri quadrati di territorio ucraino e aumentando la pressione nel sud del Paese. I russi cercano infatti di sfondare tra le regioni di Donetsk e di Dnipropetrovsk, in quella che il capo dell'esercito ucraino ha definito «una delle più potenti offensive» dall'inizio del conflitto.

Cresce poi anche la potenza di fuoco del Cremlino: a cominciare dai 188 droni lanciatati in una sola notte - un record -, insieme a quattro missili balistici Iskander, che possono avere gittata massima di 500 chilometri. Mentre Kyiv tra ieri e oggi ha effettuato un quarto attacco missilistico a lungo raggio con missili Atacms di fabbricazione statunitense, indirizzandoli verso l'aeroporto russo di Kursk-Skhidny.

«Spingersi oltre per cambiare la traiettoria di questo conflitto» - E oltre a quelli statunitensi, l'esercito che si difende attinge ora anche agli Storm Shadow di fabbricazione britannica, consegnati già alcune settimane fa e utilizzati il 21 di novembre. Ma a incendiarsi, oltre che il campo di battaglia, è anche il botta e risposta delle dichiarazioni.

A cominciare da quelle del Cremlino che ha bollato come «teste calde» quelle dietro l'asse franco-inglese che, secondo Le Monde, ha riattivato il dialogo sull'invio di militari occidentali in Ucraina, proprio nel «momento più difficile» per l'Ucraina, come dichiarato da Zelensky. Fino alle parole di Rutte, nuovo segretario generale della Nato, che da Atene ha esortato l'Alleanza a «spingersi oltre per cambiare la traiettoria di questo conflitto».

Con, sullo sfondo, lo spettro dell'atomica, agitato con sempre maggiore frequenza. Specialmente dopo il cambio di dottrina da parte di Putin, che adesso può ricorrervi anche in caso di «attacco massiccio» convenzionale, se supportato da un paese che detiene ordigni nucleari.

E mentre i ministri degli Esteri del G7 («incrollabile sostegno all'integrità territoriale, alla sovranità e all'indipendenza dell'Ucraina» si legge nella dichiarazione finale del summit di oggi a Fiuggi) condannano questa «retorica nucleare irresponsabile e minacciosa», la Difesa di Mosca annuncia: «Reagiremo» agli attacchi ucraini effettuati con missili Atacms nel Kursk.

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