Il cancelliere Scholz è intervenuto in merito all'attenttato che ha scosso la città tedesca di Magdeburgo: «Uniti contro chi semina odio»
MAGDEBURGO - Il mercatino di Natale di Magdeburgo, prima addobbato a festa, è piombato nel silenzio, fermo alle 19.04 di venerdì 20 dicembre. Il giorno dopo l'attacco che ha riportato la Germania all'incubo degli attentati, il bilancio ancora provvisorio della strage avvenuta per mano del 50enne saudita Taleb Al-Abdulmohsen, identificato come un «islamofobo» dalle autorità, è tragico: cinque vite spezzate, tra cui quella di un bambino di 9 anni. E oltre 200 feriti, 41 dei quali versano in condizioni critiche.
È stato un atto «terribile e folle», ha scandito il cancelliere Olaf Scholz dal teatro della strage a otto anni di distanza dall'attentato - quella volta di matrice islamica - di Berlino. Questo è il momento di «restare uniti» per «non lasciare vincere chi semina odio», ha esortato il socialdemocratico - accolto anche da qualche fischio - a due mesi dal voto del 23 febbraio. Un appello sostenuto dalla solidarietà giuntagli da tutto il mondo in un coro unanime di condanna alla violenza.
Le ragioni che hanno spinto il medico psichiatra attivo nell'assistenza ai rifugiati a compiere la strage non sono ancora chiare ma, ha spiegato il procuratore capo locale Horst Walter Nopens, potrebbero essere riconducibili all'insoddisfazione nutrita per il trattamento riservato dal governo tedesco ai suoi connazionali in cerca di asilo.
Trasferitosi nel 2006 con un permesso di soggiorno permanente per completare la sua specializzazione, l'uomo - simpatizzante dell'Alternative für Deutschland (AfD) e di Elon Musk (Tesla, X, SpaceX) - non era noto agli 007 tedeschi ma un anno fa era stato classificato come «persona a rischio» dalle autorità locali. E, dalle prime ricostruzioni, sembra che Riad avesse avvertito Berlino della sua pericolosità.
Negli ultimi mesi aveva mostrato segnali di instabilità: da ottobre non si presentava al lavoro giustificando le assenze con ferie e malattia. Dopo il suo arresto, sui media era circolata la notizia che fosse risultato positivo al test antidroga, circostanza tuttavia non confermata dal capo della polizia ancora in attesa dei risultati degli esami medici «fisici e mentali».
Il bilancio dei feriti lascia intuire la brutale determinazione con cui l'aggressore ha travolto il perimetro del mercatino di Natale, gremito di famiglie e turisti, falciando la folla per circa 400 metri in soli tre minuti, servendosi anche delle corsie d'emergenza per colpire più persone. L'azione «disumana» - come l'ha definita il governatore del Land della Sassonia-Anhalt, Reiner Haseloff - di un lupo solitario sulla quale Scholz ha chiesto di «fare chiarezza».
Le indagini, in corso su vasta scala con perquisizioni anche nella residenza del sospetto in un condominio di Christianstrasse a Bernburg, 50 chilometri più a sud di Magdeburgo, puntano a ricostruire ogni dettaglio dell'accaduto. «Agiremo con tutta la forza della legge per assicurarci che i colpevoli non restino impuniti», ha assicurato il cancelliere chiedendo e promettendo un'inchiesta condotta «con la massima precisione».
Dopo una notte passata a lavorare instancabilmente per mettere in sicurezza la città e prestare assistenza, polizia e soccorritori hanno continuato per tutta la giornata a presidiare i luoghi sensibili e a offrire il loro sostegno ai feriti. Molti di loro, in condizioni gravi, sono stati trasferiti in quindici ospedali di altri Länder per ricevere cure adeguate.
Magdeburgo si è stretta nel silenzio e nella preghiera: i cittadini in lacrime hanno continuato senza sosta a rendersi sul luogo dell'attacco trasformandolo in un altare improvvisato con fiori e candele per omaggiare le vittime.
Alle 19.04, l'ora esatta dell'attentato, le campane di tutte le chiese hanno suonato all'unisono. Raccolti fianco a fianco nella cattedrale della città anche Scholz, la ministra degli interni Nancy Faeser e il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.