Il doppio naufragio nel Mar Nero lo scorso 15 dicembre, poi lo sversamento di «3.000 tonnellate di olio combustibile».
MOSCA - Dopo il naufragio di due petroliere avvenuto lo scorso 15 dicembre, sulle coste russe del Mar Nero sono stati trovati dieci delfini senza vita, «la cui causa di morte potrebbe essere stata una fuoriuscita di olio combustibile»: lo denuncia il centro scientifico e ambientale per il salvataggio dei delfini "Delfa", citato dalle agenzie di stampa russe Interfax e Tass.
Gli spiaggiamenti - Inoltre «a Novorossiysk, ad Aleksino, testimoni oculari hanno scoperto oggi otto nuovi corpi di delfini d'Azov: sei sulla riva, due nell'acqua senza tracce esterne visibili di olio combustibile (...). Le cause possono essere intossicazioni acute (vapori di olio combustibile, pesci/acqua avvelenati), infezioni acute, lesioni interne/traumi», si legge nel messaggio del centro, secondo quanto riporta Interfax.
«3.000 tonnellate di olio combustibile in mare» - Secondo i soccorritori intervenuti lo scorso 15 dicembre, le petroliere trasportavano circa 9.200 tonnellate di olio combustibile. L'Agenzia federale per il trasporto marittimo e fluviale, secondo quando riporta la Tass, ha confermato successivamente la fuoriuscita di petrolio nel Mar Nero. Nello specifico i dati di monitoraggio satellitare hanno indicato che sono fuoriuscite in totale 3.000 tonnellate di olio combustibile. Nel naufragio - lo ricordiamo - un marinaio aveva perso la vita.
Il mare intanto continua a espellere olio, lo si apprende oggi (23 dicembre). Sulla costa del territorio di Krasnodar, infatti, «si registra un inquinamento di varie dimensioni - riferisce alla Tass la sede operativa dei soccorsi - da piccole inclusioni a macchie e pozzanghere, da 3 fino a 50metri quadrati».