I Paesi coinvolti denunciano le speculazioni sulle cause dell'incidente ed evitano di commentare
ASTANA - L'Azerbaigian osserva una giornata di lutto nazionale per il disastro aereo di ieri in Kazakistan, dov'è precipitato l'Embraer 190 delle Azerbaijan Airlines con 67 persone a bordo, 38 delle quali sono morte e 29 sono miracolosamente sopravvissute - fra cui tre bambini, tutte ricoverate in ospedale - perché la parte posteriore del velivolo si è staccata dal resto della carlinga prima che quest'ultima prendesse fuoco.
Ad Astana le autorità kazake hanno aperto un'inchiesta, mentre si fa strada fra alcuni esperti militari l'ipotesi che l'aereo, che era decollato da Baku e diretto a Grozny, capitale della repubblica russa caucasica della Cecenia, sia stato colpito dalla contraerea russa proprio in Cecenia. Un'ipotesi che, secondo l'opinione di molti esperti sui social, sarebbe avvalorata dai numerosi fori di varie dimensioni presenti visibili sul segmento posteriore della fusoliera, rimasto sostanzialmente integro, che fanno pensare alle schegge di un'esplosione.
Il governo kazako ha denunciato come premature queste speculazioni, e anche il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, interrogato in proposito, ha risposto che «sarebbe sbagliato fare ipotesi sulle cause del disastro aereo in Kazakistan finché le indagini non saranno concluse».
Il presidente della camera alta del parlamento kazako (Senato), Maulen Ashimbaiev, ha dichiarato che «non è possibile» per ora dire che cosa abbia causato il disastro. «Dei veri esperti se ne occupano e arriveranno alle loro conclusioni. Né il Kazakistan, né la Russia, né l'Azerbaigian hanno interesse a nascondere informazioni», ha detto il dirigente politico kazako citato dall'agenzia russa Tass.