Gli attacchi jihadisti del 22 marzo 2016 provocarono la morte di 32 persone e il ferimento di altre 340
BRUXELLES - Nove anni dopo gli attacchi jihadisti del 22 marzo 2016, Bruxelles si è fermata per ricordare. Tre le esplosioni che, in quella mattina di primavera, sconvolsero la capitale d'Europa nel pieno della stagione più buia degli attentati targati Isis: le prime due alle 7.58 nella hall dell'aeroporto di Zaventem, la seconda alle 9.11 nella stazione metro di Maelbeek, nel cuore del quartiere europeo.
A compiere gli attacchi furono i fratelli Ibrahim e Khalid El Bakraoui, insieme a Najim Laachraoui. In totale, 32 persone persero la vita: 17 cittadini belgi e 15 stranieri. Circa 340 i feriti in modo grave.
Questa mattina, alle 7.58 in punto, nella sala partenze di Zaventem è stato osservato un minuto di silenzio dopo la lettura dei nomi delle vittime. Intorno alla targa commemorativa sono stati deposti fiori e candele. Alle 9.11 il tributo è proseguito a Maelbeek. "Il 22 marzo resterà per sempre una cicatrice per Bruxelles. Ma abbiamo dimostrato che possiamo rialzarci ed essere forti insieme", ha detto il sindaco Philippe Close.
Il 25 luglio 2023, la Corte d'assise speciale di Bruxelles ha riconosciuto sei colpevoli per gli attacchi del 22 marzo perpetrati dalla stessa cellula jihadista responsabile degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Tra loro anche l'unico superstite del commando autore della strage del Bataclan, Salah Abdeslam, che oggi sta scontando l'ergastolo senza condizionale in Francia.
Sul banco degli imputati a Bruxelles, oltre ad Abdeslam, c'era anche il suo amico d'infanzia Mohamed Abrini, condannato a 30 anni. La sentenza è arrivata al termine della delibera più lunga nella storia del Belgio: 18 giorni.