L'ex sindaco di New York il più votato solo nelle Samoa americane.
Non è escluso un suo ritiro dalla campagna nelle prossime ore. Dati in aggiornamento.
WASHINGTON - È la notte di Joe Biden. Il Super Tuesday delle primarie democratiche regala all'ex vicepresidente americano un filotto insperato di vittorie che gli permette di stroncare le speranze di fuga del socialista Bernie Sanders.
E lo ripaga di tante amarezze, e dello scetticismo che finora aveva accompagnato la sua campagna elettorale.
Una notte da ricordare insomma, per chi per otto anni è stato al fianco di Barack Obama alla Casa Bianca. E dopo una notte così anche 'Sleepy Joe', come lo chiama irriverente Donald Trump, può sorridere ed esultare: «È straordinario. Ci avevano dato per spacciati ma siamo ancora qui, siamo ancora vivi!». È il verdetto del supermartedì: la corsa verso la nomination democratica è più che mai aperta.
La serata si mette subito bene per Biden, con il colpo grosso a sorpresa in Virginia e l'attesa vittoria in North Carolina. Ma via via l'ex vicepresidente conquista l'Alabama, l'Oklahoma, il Tennessee, il Minnesota, l'Arkansas, e strappa persino il Massachusetts alla padrona di casa Elizabeth Warren, finita solo terza.
Il testa a testa fino all'ultimo voto in Texas, dove Sanders era favorito, secondo le proiezioni di Nbc News si è risolto a favore di Biden.
L'indomito Bernie, che ha atteso i risultati nella sua città di Burlington, può consolarsi con la prevista vittoria in California e il primato nel suo Vermont, più lo Utah e il Colorado. «Sono fiducioso che vinceremo la nomination e sconfiggeremo Donald Trump», dice ai fan, tra i quali però serpeggia una certa delusione per un risultato decisamente al di sotto delle attese.
Disastro Bloomberg - Niente a che vedere però con l'aria di sconforto che si respira al quartier generale di Michael Bloomberg, per l'occasione in un grande albergo di West Palm Beach, in Florida, a due passi da casa Trump. Il miliardario ex sindaco di New York, al suo debutto alle urne, non sfonda da nessuna parte. Non poteva immaginare l'exploit di Biden, arrivato grazie all'appoggio dei neri negli stati del sud e agli endorsement di Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Beto O'Rourke.
Così per il magnate dei media è una magra consolazione la vittoria nelle Samoa Americane e il secondo posto in California. E il ritiro - dicono le voi bene informate - potrebbe essere dietro l'angolo. Il vero flop però è quello di Elizabeth Warren, che non si impone né nello stato in cui è nata e cresciuta, l'Oklahoma, né nel suo Massachusetts. Al capolinea insomma.
Commento di Trump - La sfida fra i miliardari di New York per ora va a Donald Trump. Nonostante una spesa di oltre 500 milioni di dollari Michael Bloomberg non riesce a imporsi, e il D-Day del Supertuesday si rivela una mezza disfatta.
La Virginia e l'Arkansas, gli stati su cui più aveva scommesso, gli girano le spalle per premiare Joe Biden, e non va meglio neanche negli altri stati dove la perfomance dell'ex sindaco di New York è più che deludente.
Il risultato non sfugge al presidente americano, che da mesi si accanisce su 'Mini Mike', come ama prenderlo in giro. «È il vero perdente della serata. Ha buttato via 700 milioni per niente. Le uniche cose che ha ottenuto sono il soprannome 'Mini Mike' e la totale distruzione della sua reputazione», ha twittato il tycoon al quale Bloomberg proprio non è mai andato giù. Quasi in segno di sfida l'ex sindaco di New York segue i risultati dalla Florida, da quella West Palm Beach dove si trova Mar-a-Lago e che tanto sta a cuore a Trump.
Per Bloomberg, che finora non aveva mai perso una elezione a cui aveva partecipato, si tratta di una 'sconfitta' che brucia. Una sconfitta che si è disegnata nelle ultime giornate con il ritiro dalla corsa alla Casa Bianca di Pete Buttigieg e Amy Klobuchar e il confluire dei loro voti sul moderato Joe Biden.
Una catena di eventi imprevista e non ipotizzata quando Bloomberg ha deciso di scendere in campo solo tre mesi fa. Ma che ha cambiato radicalmente la dinamica della campagna elettorale, mettendo le ali all'ex vice presidente e frenando la marcia di Bernie Sanders verso la nomination. Una corsa, quella del senatore del Vermont, rallentata anche dalla rivale - da molti definita una sua copia - Elizabeth Warren.
La senatrice non ha finora vinto una primaria e, come per Bloomberg, molti osservatori ritengono un suo ritiro scontato. Anche per Trump, che da anni la critica, Warren dovrebbe ritirarsi: «Pocahontas non è riuscita nemmeno a vincere nel suo stato. Faccia un passo indietro e si faccia una birra fresca con il marito».