«È una questione di dignità e di rispetto» ha detto Biden con amarezza
WASHINGTON - All'indomani della vera e propria "rissa tv", Joe Biden non nasconde l'amarezza per un dibattito presidenziale disastroso, un confronto che doveva essere l'occasione «per parlare dei problemi degli americani» e che invece, sostiene il candidato democratico alla Casa Bianca, un Donald Trump senza argomenti ha trasformato in baraonda.
Non è un caso se subito dopo la fine del match un'ipotesi ha cominciato a farsi largo tra i democratici e non solo: e se l'ex vicepresidente, con una mossa senza precedenti, dicesse basta ai duelli tv? Se rinunciasse ai prossimi due appuntamenti programmati prima del voto del 3 novembre?
La domanda è stata posta a tarda notte in una call con una delle manager della campagna di Biden, Kate Bedingfield, che in realtà ha escluso un clamoroso colpo di scena. Ma ha ammesso che in vista degli appuntamenti di Miami il 15 ottobre e di Nashville il 22 ottobre, molte cose dovranno cambiare: le regole dovranno essere più severe e stringenti, 'conditio sine qua non' per andare avanti. «Stiamo discutendo con la commissione che organizza i dibattiti presidenziali e credo che i colloqui andranno avanti», ha affermato Bedingfield.
Il punto è «mettere le redini a Trump», cosa non facile come ha sperimentato anche un anchorman navigato come Chris Wallace di Fox News, che almeno un paio di volte ha dovuto richiamare all'ordine il presidente: «Per favore rispetti le regole che i responsabili della sua campagna hanno accettato». E c'è chi suggerisce per i dibattiti futuri di mettere in grado il moderatore di spegnere i microfoni in caso di interruzioni e sovrapposizioni, oppure di limitare le doppie inquadrature, per evitare di vedere le espressioni di un candidato mentre l'altro parla, per non influenzare gli ascoltatori.
Ma col passare delle ore in maniera esplicita o dietro le quinte il pressing per un eventuale forfait monta. «Non deve essere scontato che Biden si impegni sul fronte dei futuri dibattiti», ha affermato Chris Coons, il senatore democratico che come l'ex braccio destro di Barack Obama è stato eletto nello Stato del Delaware.
Un passo indietro di Biden del resto per alcuni potrebbe portargli almeno due vantaggi: evitare che l'ex vicepresidente venga coinvolto in altri sterili e chiassosi confronti, che comportano solo il rischio di un danno di immagine, e (suggeriscono i più maliziosi) togliere a Trump una vetrina essenziale per portare il suo messaggio al di là dello zoccolo duro del suo elettorato, parlando soprattutto agli indecisi.
Dalla campagna di Trump invece si ostenta sicurezza: la movimentata sfida e gli scambi a ruota libera sono piaciuti, e in molti alla Casa Bianca e nell'entourage del presidente giudicano positiva la sua prestazione.
Ma tra i repubblicani dopo lo scontro serpeggia una grande preoccupazione: l'atteggiamento irruento e i toni aggressivi che rappresentano il marchio di fabbrica dei comizi di Trump, il segreto del suo successo tra i suoi più strenui sostenitori, potrebbero non funzionare davanti alle telecamere e a milioni di americani. Davanti proprio a quegli indecisi che il 3 novembre potrebbero fare la differenza nelle urne.