In una mossa senza precedenti che ha indignato il governo Palestinese: «Una sfida alla legittimità»
WASHINGTON D.C. - Il Dipartimento di Stato degli Usa ha annunciato che i prodotti degli insediamenti israeliani nell'Area C della Cisgiordania possono essere etichettati come "Made in Israel".
Lo riportano i media israeliani sottolineando che l'annuncio è arrivato al termine della vista del segretario di Stato statunitense Mike Pompeo a Psagot, insediamento israeliano in Cisgiordania.
L'annuncio degli Usa rompe una lunga politica internazionale in questo campo. Per quanto riguarda i prodotti realizzati nelle Aree B e A della Cisgiordania - secondo la divisione introdotta dagli Accordi di Oslo - saranno etichettati come "Made in West Bank" (ossia in Cisgiordania) mentre quelli a Gaza avranno la dicitura "Made in Gaza".
In accordo con questo annuncio - ha indicato il Dipartimento - «tutti i prodotti nelle aree dove Israele esercita l'autorità rilevante, in particolare l'Area C sotto i Trattati di Oslo, dovranno essere etichettati come "Israele", "Prodotti di Israele" o "Made in Israel" quando sono esportati negli Usa».
La risposta palestinese: «Una sfida palese alla legittimità internazionale». Così il portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, Nabil Abu Rudeina, ha definito la decisione del Dipartimento di Stato degli Usa sulle nuove etichette "Made in Israel" per i prodotti degli insediamenti ebraici in Cisgiordania.
Abu Rudeina ha anche condannato la visita del segretario di Stato Mike Pompeo nell'insediamento di Psagot, in Cisgiordania: «La mossa di oggi degli Usa non legittima gli insediamenti israeliani che - ha aggiunto - prima o poi scompariranno».