Verso il nuovo Dpcm, che blinderà il Natale italiano. Le parole del senatore Alessandro Alfieri
Oltre a vietare gli spostamenti tra regioni, il governo italiano chiuderà gli impianti e le piste da sci durante il periodo natalizio. Dal 20 dicembre quarantena obbligatoria per chi rientra.
ROMA - Sono andate avanti per tutta la mattina le discussioni sul nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm) di Natale, che blinderà i confini delle regioni italiane - vietando quindi gli spostamenti - durante il periodo delle festività natalizie.
La misura sarà inoltre estesa anche ai singoli comuni nelle giornate del 25 e 26 dicembre e il primo gennaio, come riferito questa mattina dal ministro Speranza al parlamento della vicina Penisola. Una scelta fatta per «per limitare al massimo i trasferimenti che, come accaduto la scorsa estate, hanno veicolato il virus in tutto il Paese». Sarà ovviamente garantito il rientro al proprio domicilio. E sono in corso valutazioni per decidere se concedere o meno alcune deroghe per evitare che agli anziani di trascorrere le festività da soli, consentendo quindi la visita da parte di un parente stretto.
Secondo quanto riferito dall'ANSA, che cita fonti della maggioranza, permangono alcune distanze tra i capigruppo, che dovrebbero incontrare nel pomeriggio il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha già confermato l'intenzione del governo di prolungare il sistema a tre colori.
Nessuno sconto invece per quanto concerne la questione, caldissima in questi giorni, delle vacanze in montagna. Impianti e piste da sci resteranno infatti chiusi per tutto il periodo natalizio. Non solo, per scoraggiare chi pensava di concedersi una discesa nei paesi vicini, il governo italiano ha deciso che chi farà rientro dopo il 20 dicembre sul territorio nazionale dovrà andare in quarantena. Rimane invece sul tavolo la possibilità di lasciare aperti gli alberghi.
Una situazione che, ovviamente, tocca da vicino anche la Svizzera e trova conferma anche dalle parole del senatore PD Alessandro Alfieri, rilasciate ai microfoni di Radio Ticino. «Le zone gialle hanno il diritto di transito e possono anche passare in Svizzera, salvo poi fare la quarantena al ritorno. Ma il problema non si porrà più dal 20-21, perché ci sarà il divieto di mobilità fra regioni e quindi, a maggior ragione, anche fra gli stati».
E nel merito dei rapporti con le autorità elvetiche sulla questione, il senatore non ha nascosto qualche perplessità. «Ci saremmo aspettati una risposta di maggior coordinamento anche con la Svizzera. Sappiamo che l’industria sciistica per la Svizzera ha un peso relativo molto maggiore di quello per l’Italia nel suo complesso. Noi abbiamo spinto e abbiamo chiesto di armonizzare il più possibile le misure», perché queste «funzionano se sono prese insieme, soprattutto in territori che ormai sono molto integrati», ha concluso Alfieri.