A più di un mese dal voto anche il massimo rappresentante del partito di Trump al Congresso riconosce la sconfitta.
Ma ammette: «Molti milioni di noi hanno sperato che le elezioni presidenziali avessero un risultato diverso».
WASHINGTON - E infine il riconoscimento della vittoria di Joe Biden da parte dei vertici del Partito Repubblicano è arrivato. Il giorno dopo la conferma decretata dal collegio elettorale e a 38 giorni dalle elezioni, il leader del partito di Donald Trump al Senato si è congratulato con il collega democratico e la sua vice.
«Oggi voglio congratularmi con il presidente eletto Joe Biden», ha dichiarato Mitch McConnel intervenendo alla Camera alta del Congresso americano. «Il presidente eletto non è un estraneo per il Senato. Si è dedicato al servizio della collettività per molti anni», ha aggiunto, ricordando i 36 anni di Biden tra i banchi dell'austera aula.
McConnell ha quindi espresso soddisfazione per l'elezione alla vicepresidenza di Kamala Harris, prima donna a ricoprire questo ruolo. «Voglio altresì congratularmi con la vicepresidente eletta, la nostra collega dalla California senatrice Harris», ha affermato il 78enne repubblicano. «Al di là delle nostre divergenze, tutti gli americani possono essere orgogliosi di avere una presidente eletta donna», ha aggiunto.
McConnell, tuttavia, non ha nascosto la propria frustrazione per l'esito del voto: «Molti milioni di noi hanno sperato che le elezioni presidenziali avessero un risultato diverso», ha ammesso. «Ma il nostro sistema di governo ha dei processi che determinano chi presterà giuramento il 20 gennaio prossimo», ha sottolineato.
Le parole del senatore rompono con settimane di implicita negazione, da parte della maggior parte dei repubblicani, della vittoria di Biden ed Harris, decretano la fine del silenzio assenso ai tentativi di ricorso di Trump e spianano la strada al voto del 6 gennaio prossimo per la ratifica dell'elezione.
Donald Trump contesta il risultato delle elezioni del 3 novembre scorso dichiarandosi vittima di vasti brogli. Tutti i ricorsi del 74enne presidente uscente sono stati però respinti dalla giustizia per assenza di prove o difetti procedurali.