Nel futuro l'impeachment, processi, indagini, forse la politica e molta incertezza
WASHINGTON D.C. - L'uscita dalla Casa Bianca di Donald Trump, burrascosa ma allo stesso tempo così silenziosa, accende in tutti un grande quesito: cosa farà ora il 45esimo presidente degli Stati Uniti d'America? È molto difficile dare una risposta.
Di certo, da un punto di vista politico, sappiamo che tutto sarà legato da un filo sottile allo storico impeachment bis, su cui il Senato sarà chiamato a chinarsi nel prossimo futuro e che probabilmente taglierà la strada alla sua possibilità di ricandidarsi in futuro. Questo non significa però che Trump non possa restare una forza dello scacchiere politico americano, anche in virtù di uno zoccolo duro di sostenitori che non sembra destinato a sgretolarsi.
Si parla di decine di milioni di persone, con le quali Trump - costretto a un limbo mediatico e privato da Twitter del suo "megafono" preferito - dovrà ora stabilire un nuovo canale di comunicazione. L'esclusione dalle piattaforme social, che ha fatto molto discutere (anche per le sue infelici tempistiche), è una spina notevole nel suo fianco e potrebbe avere ripercussioni anche sul lato imprenditoriale della sua vita. E a questo si aggiunge la zavorra di un'eredità politica che negli ultimi mesi sembra averlo reso un "marchio" da schivare a ogni costo.
Un esempio è quello legato a "The Apprentice", con il sindacato americano dei professionisti del mondo dello spettacolo (SAG-AFTRA) che deve decidere se prendere provvedimenti ed espellere Trump, suo associato dal 1989.
Processi e indagini in agguato
La più grande preoccupazione però, stando alla stampa americana, è quella sul fronte legale. Una volta persa l'immunità presidenziale, Trump potrebbe essere atteso da diverse indagini, non solo federali ma anche per reati di giurisdizione statale, dai quali non potrebbe salvarsi neanche con la grazia.
Non si esclude poi che il Dipartimento di Giustizia americano possa aprire un nuovo fascicolo sfruttando le prove raccolte durante l'indagine sulle interferenze della Russia nell'elezione del 2016, il cosiddetto Russiagate. Gli analisti però non sembrano credere molto a questo scenario, che di fatto costituirebbe un campo di scontro politico contro un ex presidente uscente. E anche in toni distensivi da subito utilizzati da Joe Biden nel suo primo discorso al Paese - in cui ha parlato di un America che deve finalmente guarire e «gettarsi alle spalle l'aspra retorica» - fanno pensare alla volontà di evitare uno scenario di questo tipo.