Ci sarebbero ancora molti nodi irrisolti, molte le distanze tra Italia Viva e Movimento 5 Stelle
ROMA - Le forze politiche del Conte 2 tornano a Montecitorio per una nuova riunione del tavolo per il programma. E il presidente della Camera Roberto Fico si accinge a compiere l'ultimo miglio da esploratore per capire se ci sono le condizioni per il Conte ter. E poi salire in serata al Quirinale a riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La prima giornata di lavori si è in realtà chiusa con molti nodi rimasti irrisolti. E un continuo gioco al rialzo di Italia Viva (IV) che insiste per un documento scritto al termine del tavolo tecnico.
Su tavoli paralleli e non visibili, con contatti intensi, si svolge invece la partita per la squadra di governo. Rumors e totonomi si rincorrono, smentiti dai diretti interessati. «Questo è un tweet di 20 giorni fa. Vale anche oggi», scrive la capogruppo di IV alla Camera Maria Elena Boschi, accredita al ministero delle Infrastrutture. L'ex ministra nega l'interesse per «le poltrone» di IV e accusa: «Come al solito i 5stelle non leggono fino in fondo. O non capiscono».
E in salita sembra partire anche la seconda e ultima giornata del confronto dei capigruppo alla Camera se è vero, come si apprende da uno dei partecipanti, che si comincia discutendo della giustizia, tema di scontro altissimo tra IV e Movimento 5 Stelle (M5s).
Non nega le distanze e «il confronto serrato» su tante questioni il capogruppo del Partito democratico (PD) Andrea Marcucci che però, a differenza di altri, si mostra fiducioso sull'esito della trattativa. «Certamente ci sono posizioni differenziate, sulla giustizia come sul Mes (Meccanismo europeo di stabilità, ndr), però un conto è che le posizioni di partenza siano differenziate, un conto è che sia impossibile trovare un accordo. Io sono tra quelli che pensa sia possibile trovare un accordo».
Torna a chiedere di fare in fretta Matteo Salvini che esclude esecutivi di unità nazionale. Se dovesse saltare la trattativa tra i partiti di maggioranza, sostiene il leader della Lega, sarebbe meglio «ridare la parola agli italiani».