La Commissione europea vuole accelerare l'iter di autorizzazione: «Con più vaccini, più cittadini europei protetti»
La misura, che dovrà essere approvata dall'Europarlamento e dal Consiglio, è parte integrante del nuovo Incubatore HERA, il piano di biodifesa contro l'emergenza sanitaria.
BRUXELLES - I ritardi, tanto nelle procedure di omologazione quanto nella macchina logistica delle forniture dei vaccini, sono i stati un po' il tallone d'Achille durante questi primi mesi di campagna vaccinale anti-Covid. E da Bruxelles, dove già agli inizi di febbraio si è levato il "mea culpa" della presidente von der Leyen, sembrano del tutto intenzionati a non ripetere lo stesso errore.
Il virus non si preoccupa della segnaletica, ma continua a correre, a replicarsi e a mutare molto velocemente. Così, questa mattina la Commissione europea ha introdotto una nuova misura - nell'ambito dell'Incubatore HERA, il nuovo piano di difesa comunitario contro l'emergenza sanitaria - con l'obiettivo di accelerare l'iter di autorizzazione dei futuri vaccini contro il Covid-19 adattati alle varianti.
«Stiamo consentendo all'Agenzia europea per i medicinali (EMA) di velocizzare le procedure di approvazione per i vaccini adattati alle varianti», ha spiegato questa mattina von der Leyen. «Autorizzazioni più rapide significa avere più vaccini in circolazione e quindi più cittadini europei protetti dal virus».
Questo "piede sul gas" - che dovrà essere sottoposto al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio - costituisce uno dei meccanismi chiave del nuovo piano comunitario. «Dobbiamo essere preparati ad adattare i vaccini il più rapidamente possibile per contrastare le nuove varianti potenzialmente resistenti agli attuali vaccini», ha spiegato Stella Kyriakides, commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare. E tramite l'Incubatore HERA «il nostro obiettivo è quello di anticiparle e avere una lunghezza di vantaggio».
L'accelerazione è ancora più urgente alla luce dell'andamento della pandemia nell'Ue: «Stiamo iniziando a vedere un numero crescente di circostanze preoccupanti per il Covid. In 19 Stati membri stanno salendo i contagi, in 15 aumentano i ricoveri ospedalieri, e otto vedono crescere i morti» ha aggiunto Kyriakides. «Nelle ultime settimane abbiamo visto un aumento nel numero delle varianti. La mutazione britannica è quella predominante in circolazione nell'Ue» dopo essere stata individuata in 25 Paesi membri. È stata rilevata «nell'80% dei sequenziamenti dei test in alcuni Stati. La variante sudafricana è stata rintracciata in 18 Paesi, e quella brasiliana in novex.