Lo ha dichiarato il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che ha parlato anche di Afghanistan e Cina
WASHINGTON - La chiusura del campo di prigionia di Guantanamo Bay è un «certamente un obiettivo» dell'amministrazione Biden.
Lo ha dichiarato il segretario di Stato Antony Blinken nel corso della trasmissione "60 Minutes" della Cbs. Alla domanda sulla chiusura del centro di massima sicurezza, situato nella base militare sull'isola di Cuba, Blinken ha risposto: «Crediamo che dovrebbe essere così». Ma non è in cima alla lista della Casa Bianca: «È qualcosa su cui concentreremo l'attenzione nei mesi a venire».
Sguardo sull'Asia
Gli Stati Uniti, al momento, guardano più a est: all'Afghanistan e alla Cina. Parlando del piano di ritiro delle truppe, Blinken ha spiegato: «Siamo impegnati in Afghanistan da 20 anni e a volte dimentichiamo perché siamo andati lì. E questo era per occuparsi delle persone che ci hanno attaccato l'11 settembre, e lo abbiamo fatto. Solo perché le nostre truppe stanno tornando a casa non significa che ce ne andremo. La nostra ambasciata resta» ha aggiunto, assicurando sostegno e collaborazione ai partner e agli alleati.
Della Cina, invece, Blinken pensa che sia «l'unico paese al mondo che ha la capacità militare, economica e diplomatica di minare o sfidare l'ordine basato sulle regole a cui teniamo così tanto e che siamo determinati a difendere». L'obiettivo di Pechino è chiaro: «Penso che nel tempo la Cina creda che possa essere, debba essere e sarà il Paese dominante nel mondo. Penso che quello a cui abbiamo assistito negli ultimi anni sia stato che la Cina ha agito in modo più repressivo in patria e più aggressivamente all'estero. Questo è un dato di fatto».
Si potrebbe quindi arrivare a uno scontro militare, magari per la difesa di Taiwan? «Penso che sia profondamente contro gli interessi di Cina e Stati Uniti arrivare a quel punto o addirittura andare in quella direzione», ha affermato Blinken.