I leader uniti: «Posizioni incompatibili con l'Ue», lui però si difende: «È pensata per difendere bambini e famiglie»
BRUXELLES - Pressioni forti da parte dei leader europei alla vigilia del vertice europeo a Bruxelles, nei confronti dell'Ungheria di Viktor Orban. Punto di contenzioso è la nuova legge «contro la promozione dell'omosessualità», varata a meta giugno da Budapest.
Legge che, in una lettera aperta, 17 paesi contestano apertamente tacciandola di omofobia e parlando «di valori in contrasto con quelli dell'Unione Europea». Il più duro è stato il premier Olandese, Mark Rutte che ha dichiarato: «L'Ungheria non ha posto nell'Ue».
Non si fa però impressionare Orban che risponde per le rime, e a muso duro, negando ogni discriminazione omofoba e parlando – piuttosto – di una legge pensata «per difendere genitori e bambini» e che quindi non la ritirerà sebbene si sia detto aperto al dialogo con le controparti. Il summit si concluderà nella giornata di venerdì.
Nella giornata di ieri già Ursula Von Der Leyen aveva condannato le norme ungheresi, definendole «vergognose». Anticipando, di fatto, la presa di posizione di oggi.