Palazzo Chigi e il ministero dell'Interno hanno avviato un'istruttoria. Il sito web del partito è stato oscurato.
La questione presenta due scogli: la necessità di una sentenza e l'opposizione politica da parte del centrodestra. Giuristi e costituzionalisti sono già al lavoro, così come la magistratura, sotto la cui lente sono finiti i fatti di sabato scorso.
ROMA - «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Il testo è iscritto nella Costituzione italiana quale XII disposizione transitoria e finale, attuata dalla legge Scelba del 20 giugno 1952. Ed è alla luce di questa, dopo quanto accaduto durante le manifestazioni "No Green Pass" dello scorso fine settimana - culminate con il violento assalto alla sede nazionale del sindacato Cgil a Roma da parte di un gruppo di estremisti di destra -, che il governo Draghi sta considerando l'ipotesi di sciogliere il partito Forza Nuova.
Da quanto riporta oggi la stampa della vicina Penisola, la presidenza del Consiglio e il ministero dell'Interno italiano hanno avviato nelle scorse ore un'istruttoria interna per valutare il da farsi. Il dossier, scrive Repubblica, è già sui tavoli di Palazzo Chigi in attesa di un parere da parte di giuristi e costituzionalisti, che avrebbero sollevato alcuni dubbi di natura procedurale, legati in particolare alla necessità o meno di una sentenza che accerti la riorganizzazione del partito fascista.
L'altra via percorribile - giustificabile in «casi straordinari» di «necessità o urgenza» - sarebbe quella di uno scioglimento mediante decreto. Una via che però in Italia non è mai stata percorsa (i precedenti di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, che furono disciolti per legge nel 1973 e nel 1976 dopo una sentenza). Si spiega anche così l'estrema prudenza dell'ex presidente della Bce, che tuttavia ha lanciato un primo forte segnale ieri, visitando la sede nazionale della Cgil. E su di un binario parallelo sono al lavoro inquirenti e magistratura, chiamati a tracciare il perimetro attorno ai fatti di sabato e stabilire se i militanti neo-fascisti abbiano attentato o meno alle istituzioni. Il sito web del partito è stato nel frattempo oscurato e sottoposto a sequestro dalla Procura della Repubblica per istigazione a delinquere.
L'opposizione della Lega, ma...
Non va infine dimenticato lo scoglio politico. La mozione presentata ieri dal Partito democratico, chiedendo lo scioglimento di Forza Nuova, ha ricevuto il "niet" della Lega. E si va oltre, il leader del Carroccio, Matteo Salvini a margine di un'iniziativa elettorale ha spiegato di non voler appoggiare un'eventuale soluzione "per decreto" perché «non può essere il Parlamento a decidere che partito sciogliere o meno. C'è una legge e se qualcuno ha ricostituito nel 2021 il partito fascista, questo va sciolto». Detto ciò, sotto la lente di Palazzo Chigi e (soprattutto) del Viminale sono finiti l'utilizzo della «violenza quale metodo di lotta politica» e la denigrazione della democrazia. E se quest'ultima dovesse essere considerata effettivamente a rischio, è verosimile che per i ministri leghisti sarebbe difficile negare il proprio placet per staccare la spina a Forza Nuova.