A due giorni dalla chiusura, c'è scetticismo da parte di alcune ong. Per Oxfam il documento è «troppo debole»
GLASGOW - Prime reazioni scettiche da parte di alcune delle ong impegnate sul fronte della tutela ambientale e della giustizia sociale nel mondo alle bozze di documento sottoposte nelle scorse ore al negoziato fra i governi dei vari Paesi dalla presidenza britannica della CoP26.
Fra i primi a reagire c'è Oxfam, che in una nota denuncia il contenuto del testo come «debole» e insufficiente sull'ampiezza e la tempistica degli impegni previsti per il contenimento delle emissioni carboniche cui viene imputata la minaccia del surriscaldamento della Terra.
«La bozza - taglia corto Oxfam - è troppo debole e fallisce nell'obiettivo di dare una risposta all'emergenza climatica che minaccia già ora milioni di persone costrette a vivere in una condizione di caldo senza precedenti e spinte verso un'ulteriore povertà».
Secondo l'ong, nel documento «manca un impegno chiaro e non ambiguo verso il traguardo di fissare non più tardi dell'anno prossimo una più ambiziosa riduzione dei target di riduzione delle emissioni previsti entro il 2030; emissioni che per ora stanno crescendo, non calando» e che quindi lasciano al momento il mondo «ben lontano» dall'obiettivo di contenere l'incremento delle temperature terrestri entro il tetto di 1,5 gradi in più rispetto all'era pre industriale.
«Restano solo due giorni - conclude Oxfam - per negoziare un accordo migliore; un accordo che includa l'impegno a incrementare l'adattamento finanziario entro il 2025, prenda sul serio le richieste rivolte ai Paesi sviluppati di garantire compensazioni finanziarie per i danni e le perdite arrecate, e mandi un segnale il più forte possibile sull'incremento dei target di riduzione delle emissioni dall'anno prossimo in linea con il tetto degli 1,5 gradi».