Anna Karin Eneström: «La decisione è stata rimandata»
NEW YORK - Le richieste del nuovo governo talebano in Afghanistan e della giunta militare al potere in Birmania di ottenere un riconoscimento internazionale hanno subito un duro colpo alle Nazioni Unite, che non hanno per ora deciso nulla.
La commissione incaricata di decidere sulle credenziali all'Onu ha infatti rinviato una decisione sui legittimi rappresentanti di entrambi i Paesi. Il rinvio ha sostanzialmente negato, per ora e probabilmente per gran parte del 2022, i tentativi delle autorità al potere di Afghanistan e Birmania di avere propri rappresentanti al Palazzo di Vetro.
La commissione per le credenziali di nove membri (tra cui Russia, Cina e Usa), responsabile dell'approvazione della rappresentanza diplomatica di ciascuno stato membro delle Nazioni Unite, ha tenuto una riunione a porte chiuse sulle richieste dei talebani e della giunta militare di sostituire gli ambasciatori dei governi che avevano deposto.
Al temine, tuttavia, la presidente della commissione, l'ambasciatrice svedese Anna Karin Eneström, ha spiegato che «la decisione sulle credenziali in queste due situazioni è rimandata». Il portavoce dei talebani Suhail Shaheen ha definito il rinvio «una scelta ingiusta», sottolineando che «le considerazioni politiche di alcuni paesi che vogliono imporre la propria volontà al popolo afghano hanno influenzato questa decisione».