È stato approvato un disegno di legge per contrastare i prodotti realizzati sfruttando le minoranze dello Xinjiang
La risposta della Cina: «Violazione dei principi del Wto»
WASHINGTON - La Camera del Congresso degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge che limita le importazioni di prodotti realizzati nello Xinjiang, per condannare gli abusi da parte di Pechino nei confronti della minoranza musulmana degli uiguri.
Il testo che chiede alle aziende cinesi di dimostrare «in modo chiaro e convincente» che la merce non sia stata prodotta mediante lavoro forzato è stata approvata con 428 voti favorevoli e uno contrario. Ne dà notizia l'agenzia stampa AFP.
«In questo momento, Pechino sta orchestrando una campagna brutale di repressione contro il popolo uiguro e altre minoranze musulmane», ha dichiarato la presidente della Camera, Nancy Pelosi, prima del voto. «Nello Xinjiang e in tutta la Cina, milioni di persone stanno soffrendo oltraggiosi abusi dei diritti umani: dalla sorveglianza di massa alla tortura di massa, comprese le incarcerazioni e le sterilizzazioni forzate, e anche l'intimidazione di giornalisti e attivisti che hanno osato esporre la verità».
«Lo sfruttamento del lavoro forzato da parte del governo cinese si estende dagli oceani alle nostre coste e in tutto il mondo», ha poi aggiunto. Le aziende che non potranno dimostrare quanto richiesto potranno quindi finire in una «lista nera» del Dipartimento di Stato.
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato una legge simile a luglio. I due testi dovranno ora essere armonizzati e presentati alla Casa Bianca, in vista della ratifica di Joe Biden. Tuttavia, non è ancora chiaro se l'ufficio presidenziale sostiene, o meno, il testo.
«Ne pagheranno il prezzo»
La risposta di Pechino non si è fatta attendere. Il Portavoce del Ministero del Commercio Gao Feng ha dichiarato che «in nome dei cosiddetti diritti umani, gli Stati Uniti violano i principi del Wto (l'Organizzazione mondiale del commercio) e distruggono «assetti commerciali globali», ciò che «peggiora ulteriormente le catene di approvvigionamento globali». Si tratta insomma di una mossa che «ostacola la ripresa economica mondiale» e che prende di mira lo Xinjiang.
La Cina ha poi condannato la decisione di quattro paesi - Stati Uniti, Australia, Regno Unito e Canada - di boicottare a livello diplomatico le Olimpiadi invernali di Pechino previste il prossimo febbraio.
I quattro paesi, che invieranno gli atleti ai giochi ma non i funzionari, «pagheranno un prezzo» per la loro decisione, ha detto il portavoce del ministero degli esteri Cinese Wang Wenbin ai giornalisti.