Dall'Occidente «vengono con i missili alle nostre porte, e poi chiedono garanzie, sono loro a dovercele dare»
Il capo del Cremlino ha affrontato i giornalisti in un lungo botta e risposta che ha coinvolto più temi
MOSCA - Vladimir Putin ha accusato l'Occidente di continuare a provare a rendere l'Ucraina «anti-russa», rinforzandola con «armi moderne e con lavaggi del cervello», incoraggiandola in modo indiretto di «provare a riprendere il controllo delle regioni separatiste e della Crimea».
Lo ha dichiarato il Presidente russo durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno, giunta alla sua 17esima edizione, spiegando che la Russia non può vivere con minacce alla sicurezza incombenti, visto il possibile dispiegamento di armi occidentali in Ucraina.
«Gli Stati Uniti stanno con i missili alle nostre porte. È una richiesta eccessiva non installare sistemi del genere a casa nostra? Come reagirebbero gli americani se i missili fossero piazzati al confine con il Canada o il Messico?», ha dichiarato Putin, esprimendo la propria rabbia per l'espansione della Nato in seguito alla caduta dell'Unione Sovietica: «A volte sembra che viviamo in mondi diversi», ha detto. «Hanno detto che non si sarebbero espansi, ma si stanno espandendo».
Il capo del Cremlino ha comunque negato qualsivoglia piano di attaccare l'Ucraina, ribadendo che la Russia non vuole un conflitto. «Noi non stavamo minacciando nessuno, loro sono venuti da noi. Ci chiedete garanzie, ma siete voi che dovete darci garanzie, immediatamente». Secondo Putin, poi, l'espansione della Nato (in particolare ai Paesi ex-Urss) e il dispiegamento di armi in Ucraina sono considerati «una linea rossa» da non superare.
Dagli USA una «reazione positiva»
In relazione alle richieste della Russia (le garanzie relative alla sicurezza), gli Stati Uniti hanno per ora mostrato una «reazione positiva», ha poi dichiarato Putin. «I partner americani ci dicono che sono pronti all'inizio di questa discussione, di queste trattative all'inizio dell'anno a Ginevra. I rappresentanti delle due parti sono stati designati. Spero che lo sviluppo della situazione seguirà proprio questa via», ha aggiunto Putin.
Navalny avvelenato? «Non ci sono prove»
Da un reporter dell'emittente britannica BBC è poi arrivata una domanda sulla questione Navalny, l'oppositore che è stato al centro del presunto avvelenamento con Novichok e che è ancora in carcere in Russia. «Abbiamo ripetutamente inviato richieste ad altri Paesi affinché ci fornissero dei materiali che confermassero l’avvelenamento. Non ce ne sono. Dateci una ragione per aprire un procedimento penale. Ma se non c’è niente a cui rispondere, voltiamo pagina», ha dichiarato il Presidente russo a riguardo.
Covid: giù la speranza di vita
Interpellato sull'emergenza Covid, Vladimir Putin ha detto che la speranza di vita nel Paese si è ridotta da 71,5 anni a 70,1 anni a causa della pandemia. Ciò che è solo «una delle conseguenze negative della pandemia, ci sono fattori di grande preoccupazione». Il Capo del Cremlino ha quindi ammesso che il tasso di vaccinazione è ancora ad un livello «insufficiente» (59,4%), auspicando che il Paese possa raggiungere l'80% nella prima metà dell'anno prossimo.
Prezzo del gas? «Gazprom non c'entra»
Si è poi discusso anche della crisi dell'energia, con Putin che ha scagionato il gigante Gazprom da qualsiasi accusa riguardo all'aumento dei prezzi, dichiarando che «l'Unione europea e l'Ucraina mentono e capovolgono la realtà».
Visto che è un problema «creato dagli europei stessi», devono risolverlo loro, «ma noi siamo pronti ad aiutare», ha aggiunto, invitando l'Europa «a fare accordi a lungo termine» con Gazprom: «Con contratti a lungo termine, i prezzi sono fino a sette volte più convenienti».