L'Italia prepara le nuove misure. Sul tavolo anche il cosiddetto "Super Green pass" per recarsi al lavoro
ROMA - Omicron forza i tempi e costringe le autorità a prendere decisioni rapide. Oggi è il turno dell'Italia. Le questioni che trovano spazio sul tavolo sono sostanzialmente due: il cosiddetto "Green pass" rafforzato che diventa necessario per recarsi al lavoro e il tema delle quarantene abbreviate, già "sdoganato" 36 ore fa dagli Stati Uniti.
La vicina Penisola ieri ha fatto per la prima volta i conti con la portata della nuova variante, segnando quasi 80mila nuovi contagi nel giro di 24 ore. Il rischio, ormai diffuso, è quello che tra contatti in isolamento e positivi in quarantena il Paese si ritrovi all'improvviso con oltre dieci milioni di cittadini blindati tra le pareti delle proprie abitazioni e i servizi essenziali congelati. Da qui la necessità, in virtù del numero più basso di ricoveri in ospedale che Omicron pare causare, di rivedere i termini relativi alle quarantene.
Ed è su questo terreno che si sta svolgendo in queste ore il "duello" tra Regioni e governo. Stando alle anticipazioni del Corriere della Sera, dai governi regionali è giunta a Palazzo Chigi la richiesta che la quarantena dopo l'incontro con una persona positiva continui per «tutti i contatti non vaccinati» mentre chi ha ricevuto la seconda dose da meno di quattro mesi o ha già ricevuto il booster passi «dalla quarantena all'auto-sorveglianza». Questo perché «non possiamo bloccare il Paese con le quarantene dei contatti di positivi. Il Covid è cambiato, la maggior parte della popolazione è vaccinata, dobbiamo rivedere le misure per affrontarlo», ha detto il presidente della Liguria e vicepresidente della Conferenza Giovanni Toti.