L'ex presidente della Camera parte in pole. Il centrodestra compatto su Sabino Cassese? Alle 11 via al quarto scrutinio
Da oggi si riduce il quorum per eleggere il presidente della Repubblica. Sarà sufficiente la maggioranza assoluta, quindi 505 voti.
ROMA - Da oggi bastano 505 voti. L'elezione del presidente della Repubblica diventa una questione di maggioranza assoluta, con il cerchio dei tre grandi leader che pare essersi ristretto a tre nomi (più uno): quello del presidente del Consiglio Mario Draghi, quello del già presidente della Camera Pier Ferdinando Casini (per lui ieri 52 voti) e l'outsider Elisabetta Belloni, ex segretaria generale della Farnesina, il cui nome figurava nella rosa dei "quirinabili" già alla vigilia della prima chiama. Così scrive questa mattina il Corriere della Sera.
E poi c'è quel più uno, che abbiamo messo tra parentesi. È Sabino Cassese; un nome su cui il centrodestra, stando a indiscrezioni raccolte e confermate da Open, si sarebbe compattato in queste ultime ore. Il quotidiano il Foglio ha parlato ieri di un incontro tra lo stimato giurista italiano e Matteo Salvini. Incontro che il leader della Lega ha però smentito. «Non so neanche dove abita». E lo stesso Cassese non è stato da meno. «L'incontro? Inesistente». Tuttavia, dopo la spallata fallita ieri con l'operazione Casellati, Salvini potrebbe voler forzare la mano sul profilo dell'ex ministro per la funzione pubblica, che piace a Matteo Renzi, pescando i voti che mancano nella sua mano tra il centro e le aree progressiste.
Il vertice del centrodestra, in vista del voto delle 11, è in corso proprio in questi minuti; alla ricerca di quella compattezza che - come la terza votazione di ieri ha insegnato, con Fratelli d'Italia che ha cestinato la comunicazione ricevuta dai box e intestato quelle schede che avrebbero dovuto essere bianche a Guido Crosetto (che alla fine dello spoglio di voti ne ha ricevuti 114, ben oltre la dote del partito di Giorgia Meloni) - non è garantita. Quello che invece è certo è che uno strappo del centrodestra su una propria iniziativa al quarto scrutinio finirebbe poi con il soffiare sui carboni dell'incertezza. E da lì ad appiccare l'incendio sarebbe un attimo.
Ma tornando ai tre profili su cui i "bookmaker" fuori da Montecitorio puntano in vista del prossimo scrutinio, quello che offre la quota di vincita più bassa è Pier Ferdinando Casini. I sostenitori del veterano dei palazzi romani ieri hanno fatto un primo passo fuori dall'ombra delle schede bianche. Il Corriere della Sera oggi lo indica «ai blocchi di partenza tra i favoriti». Il "borsino" quotidiano di Open lo quota in netto rialzo al 55%, davanti a Draghi (25%) e Belloni (15%). Ma se questa dovesse rivelarsi l'ennesima giornata interlocutoria, ecco che domani potrebbe, di nuovo, cambiare tutto.