Le conclusioni del rapporto Gray sullo scandalo che ha travolto il 10 di Downing Street e il premier Boris Johnson.
Il documento (di 12 pagine) prende in considerazione una dozzina di date sull'arco di oltre 20 mesi. «Alcuni di quegli eventi non avrebbero dovuto aver luogo. Altri non si sarebbero dovuti sviluppare nel modo in cui invece è avvenuto»
LONDRA - Alcune di quelle feste «costituiscono un grave fallimento non solo nel rispetto dei più alti standard che ci si attende da chi lavora nel cuore del Governo ma anche verso quelli che si chiedeva all'intera popolazione britannica di rispettare in quel momento». È quando si legge tra le osservazioni del rapporto Gray sullo scandalo "partygate" che ha travolto il civico 10 di Downing Street.
Nella dozzina di pagine che compongono il documento si parla in modo esplicito di «fallimento» e «incapacità», tanto in termini di leadership quanto di giudizio, da parte di diversi componenti «del Numero 10 e dell'Ufficio di gabinetto». «Alcuni di quegli eventi - si legge - non avrebbero dovuto aver luogo. Altri non si sarebbero dovuti sviluppare nel modo in cui invece è avvenuto».
«Ogni cittadino ha subito l'impatto della pandemia. Tutti sono stati chiamati a fare sacrifici personali, alcuni tra i più profondi, trovandosi impossibilitati a poter vedere i propri cari nei loro ultimi momenti di vita o a prendersi cura dei parenti e gli amici più vulnerabili». E proprio ricordando il duro contesto della pandemia - quando, come viene sottolineato dal rapporto, «il Governo chiedeva ai cittadini di accettare queste ampie restrizioni sulle proprie vite» - «alcuni dei comportamenti che hanno marchiato questi incontri sono difficili da giustificare». In particolare, «sembra che si sia pensato poco a quanto stava accadendo nel Paese», aggiunge il rapporto, quando «alcuni di questi incontri sono stati considerati appropriati» in quel dato momento. I «rischi che ponevano per la salute pubblica» così come «sarebbero apparsi agli occhi della cittadinanza».
«Un insegnamento che il Governo deve affrontare subito»
Gli incontri su cui si è chinata Sue Gray, l'alta funzionaria che ha firmato il report, si sono svolti in una dozzina di date diverse sull'arco di un periodo di oltre venti mesi. Un periodo, si legge nelle conclusioni, «che è stato unico nella storia recente in termini di complessità e ampiezza delle richieste rivolte ai funzionari pubblici e alla popolazione in generale. L'intero paese ha accettato la sfida. Ministri, consulenti speciali e il "Civil Service", di cui sono fieramente parte, hanno svolto un ruolo chiave in questo sforzo nazionale. Tuttavia, come ho riportato, alcuni di questi incontri non avrebbero dovuto essere autorizzati. E c'è un insegnamento importante da trarre da questi eventi, che deve essere affrontato subito dal Governo. E questo non richiede di aspettare che si concluda l'indagine di polizia».