Il premier: «Non credo che nessuno le voglia in questo momento. Dobbiamo andare avanti»
LONDRA - Nuovo colpo durissimo per Boris Johnson, che perde il sostegno di un altro ministro di primo piano del governo Tory, Michael Gove, responsabile dello strategico portafogli del Livellamento delle Disuguaglianze Territoriali.
Gove, che ancora ieri aveva confermato il suo appoggio BoJo malgrado lo scandalo Pincher, ma che già in passato gli aveva voltato le spalle, ha fatto sapere oggi di ritenere che a questo punto Johnson debba dimettersi, come riferisce la Bbc.
Nelle ultime ore un'altra decina di membri junior dell'esecutivo, con rango equivalente all'incirca a quello di sottosegretario, hanno annunciato il loro addio dicendo di non poter più servire sotto il premier attuale. In tutto si contano una trentina di dimissioni finora.
Nel frattempo si moltiplicano le lettere di deputati Tory finora sostenitori di BoJo che affermano di non avere ora più fiducia in lui e gli chiedono di farsi da parte: inclusi ex ministri e brexiteer di spicco come Liam Fox o Robert Jenrick.
Elezioni anticipate? BoJo le esclude
Il premier britannico, considerato ormai spacciato dai più sullo sfondo delle dimissioni a raffica, ha lasciato ancora una volta intendere di voler cercare di resistere durante un'audizione di fronte al coordinamento bipartisan dei presidenti di commissione della Camera dei Comuni. Messo sulla graticola, Johnson ha in ogni caso negato la prospettiva di elezioni politiche anticipate: «Non credo che nessuno le voglia in questo momento» di crisi globale, ha detto.«"Credo invece che noi dobbiamo andare avanti, servire gli elettori e affrontare le priorità che stanno loro a cuore».