Il centrodestra protagonista del primo strappo dopo il discorso di Mario Draghi. La Lega deposita una risoluzione
ROMA - Il "premier" italiano Mario Draghi ha posto questa mattina, di fronte al Senato, le sue condizioni per ricucire il patto di maggioranza e proseguire l'esperienza del suo governo. Ma nelle discussioni - tuttora in corso - a Palazzo Madama si è consumato lo strappo del centrodestra.
A pronunciare le parole, durissime, che sanno di rottura è stato il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, che ha dettato le condizioni per una nuova formazione di governo: l'assenza del Movimento 5 Stelle e un "restyling" della squadra, senza i ministri sgraditi. Sia quelli legati al Carroccio e a Forza Italia, sia quelli di altri partiti (in primis Luciana Lamorgese e Roberto Speranza). «Si prenda atto che è nata una nuova maggioranza, quella del 14 di luglio».
Per il capogruppo leghista occorre «un nuovo governo con degli obiettivi anche un po' più ambiziosi». Ma le condizioni poste - contenute in una risoluzione depositata a firma di Roberto Calderoli - appaiono pressoché inaccettabili per il "premier", che questa mattina aveva rivolto proprio alle forze di maggioranza un appello per ricostruire il patto di fiducia di fronte all'Italia.
Lo strappo sembra, in questo momento, avvicinare lo scenario del voto anticipato. Il Corriere della Sera ricostruisce i contorni della rottura, maturata dopo l'ennesimo e lungo vertice, a Villa Grande, tra i leader delle forze di centrodestra dell'esecutivo. E se il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha spinto in questa direzione - quella di un governo a piena trazione centrodestra con Draghi al vertice» -, Silvio Berlusconi non si è minimamente opposto, scrive il foglio italiano. In altre parole, entro qualche ora la legislatura potrebbe chiudersi definitivamente.