Il premier kosovaro Albin Kurti teme una possibile guerra con la Serbia: «Il pericolo c'è e lo avvertiamo»
PRISTINA - Dopo l'invasione in Ucraina lo scenario è cambiato anche per il Kosovo. E con l'accentuarsi delle tensioni di queste settimane sembrano intensificarsi anche i venti di guerra al centro della penisola balcanica. È questo in sostanza il timore espresso dal premier kosovaro Albin Kurti.
«Prima dell’invasione dell’Ucraina le possibilità erano poche, ora la situazione è cambiata», ha dichiarato in un'intervista rilasciata al quotidiano italiano Repubblica. Perché, ha spiegato, dietro a Belgrado c'è Putin. E auspica di conseguenza un'entrata nella Nato più rapida possibile per il suo Paese.
Ma di quale rischio si parla? O meglio, di quanto? «Non voglio dire altissimo, anche perché qui abbiamo il contingente Nato, ma sicuramente alto», afferma il premier. «Siamo una democrazia che confina con un'autocrazia, del resto. Prima dell'invasione dell'Ucraina le possibilità erano poche, ora la situazione è cambiata. Il primo episodio, conseguenza dell'idea fascista di panslavismo che il Cremlino ha, è stato l'Ucraina. Se avremo un secondo episodio, ad esempio in Transnistria, allora le probabilità che una terza guerra si sviluppi nei Balcani occidentali, e in Kosovo in particolare, saranno altissime».
L'ombra, come detto, è quella del presidente russo Vladimir Putin. «Il 25 novembre scorso il premier serbo Vucic era a Sochi: era il diciannovesimo incontro con Putin in dieci anni, in media si vedono due volte all’anno. Non è normale per dei leader di governo». Ci sono poi i numeri in crescita delle esercitazioni militari congiunte. E le decine di basi serbe installate attorno al Kosovo - tra esercito e gendarmeria - negli ultimi due decenni. «Il pericolo c'è e lo avvertiamo».