Il premier italiano ha ribadito l’impegno dell’Italia nello sviluppo della cooperazione all’interno dell’Ue e della Nato
NEW YORK / ROMA - La guerra della Russia all'Ucraina mina «i valori» e «gli ideali» della comunità internazionale. Che deve restare unita e ferma nella riposta all'arroganza di Mosca, anche nel caso dei referendum sul Donbass che, ancora una volta, «violano il diritto internazionale». Lo ha affermato il premier italiano Mario Draghi davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Unità e coesione - Nel suo discorso concentrato quasi tutto sulla crisi ucraina Draghi ha quindi lanciato un appello alla comunità internazionale a «non dividersi tra Nord e Sud», a rimanere uniti, ancora una volta, davanti alle provocazioni dello «zar», perché ne va del futuro di tutti.
La guerra e le sanzioni hanno effetti negativi sempre più ingenti sui paesi schierati contro la Russia. Mantenere la «coesione sociale» deve essere il mantra che guida le scelte dei governi che devono continuare a perseguire la «cooperazione» come già accaduto con la pandemia Covid e nello spirito dell'ultimo G20 che ha consentito di «intensificare» anche la lotta al cambiamento climatico.
Nuove sfide - Le crisi innescate dalla guerra, «alimentare, energetica, economica», richiedono di «riscoprire il valore del multilateralismo», ha insistito Draghi citando il discorso del 1988 di Michail Gorbaciov sulla necessità della cooperazione per affrontare i problemi globali.
L'Italia «anche nei prossimi anni continuerà a essere protagonista della vita europea, vicina agli alleati della Nato», è il messaggio che ha lanciato dal palco del Palazzo di vetro alle Cancellerie che attendono l'esito del voto del 25 settembre.
Infine il presidente del Consiglio ha indicato che «l'Italia sostiene con forza la necessità di riformare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per renderlo più rappresentativo, efficiente, trasparente».