Nel frattempo il premier kosovaro Albin Kurti ha accusato la Serbia di minacciare una nuova guerra.
BELGRADO/PRISTINA - Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha convocato per le 19 di oggi una riunione d'emergenza del Consiglio per la sicurezza nazionale. Nel darne notizia, la presidenza a Belgrado non ha precisato i temi al centro della riunione, che con tutta probabilità sarà dedicata agli ultimi preoccupanti sviluppi della situazione in Kosovo, con l'escalation della tensione interetnica nel nord a maggioranza serba, dove da ieri i serbi attuano blocchi stradali per protesta contro l'arresto di un ex poliziotto serbo.
Il monito dalla UE - Dal canto suo, «l'Ue non tollererà attacchi a Eulex Kosovo o l'uso di atti violenti e criminali nel nord. Le barricate devono essere rimosse immediatamente da gruppi di serbi del Kosovo. La calma deve essere ripristinata. Eulex continuerà a coordinarsi con le autorità del Kosovo e con la Kfor (missione Nato in Kosovo). Tutti gli attori devono evitare l'escalation». Lo scrive in un tweet l'alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, in merito al riaccendersi delle tensioni nel nord del Kosovo, a maggioranza serba, culminate nella notte nell'attacco contro una pattuglia della missione dell'Ue in Kosovo sullo stato di diritto (Eulex).
La Nato chiede stop alle provocazioni - A sua volta, la portavoce della Nato, Oana Lungescu, in un tweet si unisce «agli Alleati Nato e all'Ue nel condannare fermamente l'attacco con granate stordenti contro una pattuglia di ricognizione di Eulex Kosovo la scorsa notte. Tali attacchi sono inaccettabili e i responsabili devono essere chiamati a risponderne». «La nostra missione Kfor rimane estremamente vigile e pienamente in grado di svolgere il suo mandato Onu in Kosovo - prosegue -. Chiediamo a tutte le parti di evitare azioni e retorica provocatorie e di contribuire alla calma e alla stabilità».
L'accusa di Pristina - Il premier kosovaro Albin Kurti ha accusato la Serbia di minacciare una nuova guerra con l'invio di proprie truppe nel Kosovo, e di appoggiare l'attività di gruppi criminali le cui attività illegali destabilizzano continuamente la situazione nel nord. Parlando oggi in una conferenza stampa a Pristina unitamente al ministro dell'interno Xhelal Svecla, al termine di una riunione del consiglio di sicurezza, Kurti ha detto che il suo governo vuole un futuro democratico e prospero per il Kosovo mentre la Serbia vuole tornate al passato segnato dalla guerra.
Le parole del premier kosovaro Kurti - «Il passato deve rimanere tale. Noi siamo un governo di pace che vuole garantire la sicurezza per tutti i cittadini senza distinzione di etnia, religione, sesso o età», ha affermato Kurti, denunciando il forte riarmo di Belgrado. «La militarizzazione della Serbia nel corso degli anni ci ha portato a questa situazione», con la Serbia che minaccia la guerra e il ritorno delle sue truppe in Kosovo.
«La dirigenza di Belgrado oggi parla e si comporta come 23 anni fa (nel 1999 si concluse la guerra con il ritiro delle truppe serbe e l'ingresso della Forza della Nato (Kfor), ndr), ed è guidata dagli stessi politici, come (il presidente serbo Aleksandar) Vucic, ex ministro della propaganda di Slobodan Milosevic, e (il ministro degli esteri Ivica) Dacic, ex portavoce di Milosevic», ha detto il premier kosovaro.