La retromarcia del governo Meloni dopo l'interlocuzione con Bruxelles. Ma quanto costano, per un commerciante, i pagamenti digitali?
ROMA - Il tetto a 60 euro per i pagamenti elettronici nei negozi e negli esercizi pubblici era diventato il provvedimento più pubblicizzato della manovra economica, la prima del governo guidato da Giorgia Meloni. «Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle» aveva dichiarato a inizio dicembre il vicepremier Matteo Salvini.
La normativa non c'è più - Ora, invece, l'esecutivo ha ufficializzato la retromarcia. «Nell'emendamento che presenterà il governo è prevista l'eliminazione della normativa relativa al Pos. Argomento che rimettiamo alla valutazione della commissione per quanto riguarda eventuali forme, che noi caldeggiamo, di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte a un maggiore onere per le commissioni applicate su queste transazioni» ha dichiarato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. «Sul Pos il governo ha le proprie opinioni, che si scontrano con dati e circostanze di fatto. Si tratta di trovare soluzioni compatibili con le raccomandazioni e le normative di riferimento anche in sede europea».
Già, l'Europa. Decisivo, per lo stralcio, il dialogo con l'Unione europea e lo studio di forme di compensazione ai commercianti. «L’obbligo del Pos è un obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e quindi lo stiamo trattando con la Commissione» ha dichiarato la premier Meloni. «Se non ci sono i margini ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti». Il voto degli emendamenti dovrebbe occupare l'intera giornata odierna. L'esame della legge di Bilancio proseguirà fino alla fine dell'anno, così da scongiurare - in caso di mancata approvazione entro il 31 dicembre - l'esercizio provvisorio.
Ma non solo a Bruxelles il provvedimento risultava parecchio indigesto. «Mentre nel resto d'Europa e del mondo si incentiva l'utilizzo della moneta elettronica, in Italia torniamo all'età della pietra, obbligando i cittadini a pagare in contanti» affermava Federconsumatori nelle scorse settimane, annunciando - in caso di approvazione della normativa - una "mappatura" delle attività ed esercizi che non accettano il pagamento elettronico sotto la soglia d'obbligo.
Pos, quanto si paga? - Ma quanto paga, in concreto, un esercente per accettare i pagamenti elettronici? Secondo i calcoli fatti dal Dataroom di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, la media per i pagamenti con carta di debito o bancomat è dello 0,7%. Le commissioni delle carte di credito hanno una media dell'1,2%, mentre il costo mensile del dispositivo si aggira intorno ai 14 euro. Quanto costano al barista quelli che Salvini chiama «rompiballe»? Niente: sotto i cinque euro la commissione è stata azzerata da PagoBancomat fino alla fine del 2023.