Il consigliere nazionale lavora e pensa a un piano da seguire per punire i crimini di guerra e per recuperare i fondi per la ricostruzione
BERNA - Il consigliere nazionale Damien Cottier (PLR/NE) ha presentato all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) il ruolo che dovranno rivestire l'Occidente e in particolare il Vecchio Continente quando la guerra in Ucraina sarà finita. A livello giuridico servirebbe tra le altre cose un nuovo Tribunale internazionale speciale, mentre per quanto riguarda la ricostruzione si parla attualmente di 900 miliardi di dollari, una bolletta salatissima che spetterà anche alla Russia saldare.
Di ritorno dall'Ucraina con una delegazione della Commissione delle questioni giuridiche e dei diritti dell'uomo dell'istituzione basata a Strasburgo di cui è membro, il neocastellano ha svelato in un'intervista a Le Temps le piste evocate davanti all'APCE. Stando al capogruppo liberale-radicale alle Camere federali, ci sono state già più 80'000 denunce al procuratore generale di Kiev per crimini di guerra.
Un nuovo tribunale internazionale - Le violazioni più gravi saranno trattate dalla Corte penale internazionale (CPI), i cui strumenti andranno rinforzati in vista del compito monumentale che l'aspetta. Ma l'organo con sede all'Aia non si occupa di tutti i crimini di aggressione: bisognerebbe quindi metterne in piedi uno nuovo, un Tribunale internazionale speciale, spiega Cottier.
Per il deputato svizzero, ci sono numerosi indizi per poter qualificare ciò che sta avvenendo in Ucraina come un genocidio. «Si sono moltiplicati i commenti sulla necessità di cancellare la nazione e la cultura ucraina, per fonderle con quella russa», argomenta.
Senza dimenticare che in alcune regioni ci sono state deportazioni di massa di bambini ucraini verso la Russia. Altri elementi che possono far pensare al genocidio sono la tortura o le esecuzioni di leader politici, civili, culturali e religiosi, continua Cottier.
Nel suo rapporto a Strasburgo, il neocastellano dubita che l'Ucraina disponga dei mezzi sufficienti per occuparsi di crimini come ad esempio quelli sessuali, di cui ha ascoltato numerose testimonianze. Ecco perché il Consiglio d'Europa e Paesi come la Svizzera devono mettere a disposizione la loro esperienza in materia per aiutare procuratori e forze dell'ordine.
Capitolo ricostruzione - Al momento si stima che serviranno 900 miliardi di dollari, afferma ancora Cottier a Le Temps. Non si può chiedere ai cittadini europei o svizzeri di pagare questa cifra enorme quando è la Russia la diretta responsabile delle distruzioni, fa notare. Bisogna quindi ricorrere a un meccanismo di sanzioni per fare in modo che l'aggressore si accolli una parte importante di tale somma.
Il liberale-radicale è tuttavia molto cauto sul sequestro dei fondi russi congelati: in Svizzera la legge non permette di prendere semplicemente questi averi e distribuirli a Kiev, ricorda. Cottier dice di preferire altre piste, per esempio "tramite un accordo di pace, sempre che ce ne sarà uno".
Al Consiglio d'Europa, dove la Russia è stata esclusa all'unanimità nel marzo 2022, sarebbe poi opportuno già sin d'ora prepararsi al giorno in cui Mosca ritornerà. «Sono convinto che sia un Paese profondamente europeo, così come il suo popolo», dichiara Cottier. Sarà complicato con il regime attuale, ammette il neocastellano, perché gli ucraini «non vogliono sentirne parlare». Ma la Russia non sparirà: la giustizia, sottolinea il consigliere nazionale, va quindi applicata con tutto il rigore necessario, per consentire una riconciliazione e di conseguenza una pace duratura.