Berlino vorrebbe un compromesso: l'utilizzo degli e-fuels nei motori a combustione. Ed è ancora più contraria la posizione di Roma.
STOCCOLMA - Roma ha deciso e comunicato ieri di votare contro, la Germania ha proposto un sì condizionato, Polonia e Bulgaria si sono mostrate incerte.
Il risultato? È presto detto. Il Coreper - l'organo del Consiglio europeo al centro del processo decisionale dell'Unione - che avrebbe dovuto pronunciarsi oggi, sul proseguo dell'iter per lo stop all'immissione nel mercato di auto e furgoni nuovi a diesel e benzina dal 2035, ha di fatto derubricato la questione posticipandola da oggi a venerdì. A comunicarlo, la presidenza di turno dell'Ue, la Svezia.
Cosa accade se non c'è la maggioranza qualificata - Il rischio è che, a questo punto, la necessaria ratifica finale del progetto, che richiede la maggioranza qualificata, potrebbe essere bloccata durante il Consiglio europeo, previsto per il prossimo 7 marzo. Il tutto nonostante che Consiglio e Parlamento europeo abbiano precedentemente dato l'ok a procedere.
Per ottenere l'approvazione definitiva del progetto "green" sarà comunque necessario il verificarsi di due condizioni. La prima è il voto favorevole di 15 paesi su 27. La seconda è che gli Stati, a sostegno della proposta, rappresentino almeno il 65% della popolazione europea.
Inoltre, secondo quanto viene oggi ricostruito dal Sole24ore, quattro paesi membri potrebbero costituire una minoranza utile a bloccare l'intero iter. Il che si potrebbe verificare nel caso in cui Italia, Germania, Bulgaria e Polonia votassero insieme contro la procedura di transizione ecologica.
Il compromesso richiesto dalla Germania - Le minacce di porre il veto contro il bando dei motori a combustione, sono giunte ieri dal ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wisssing: per la Germania - in estrema sintesi - la Commissione deve autorizzare anche l'utilizzo di carburanti sintetici, i così detti e-fuels o carburanti a emissioni zero, utilizzati nei motori a combustione. «Al momento non siamo a conoscenza di proposte, ma solo di esternazioni» da parte dei vertici Ue, ha detto chiaramente l'esponente del governo di Olaf Scholz.
La posizione di Salvini - Oggi invece, da Stoccolma, arrivano le parole ancora più dure del Ministro italiano, Matteo Salvini: «Sì alla transazione ambientale ma senza mettersi mani e piedi in braccio alla Cina - ha detto il leader della Lega - Solo elettrico significa fare un regalo alla Cina e significa perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro in Italia. La transizione va accompagnata senza multe e divieti. Mettere fuori legge auto a benzina e diesel è una follia che non aiuta l'ambiente».