Lo prevede il nuovo disegno di legge a cui sta lavorando il primo ministro britannico Rishi Sunak, tra forti scontri e polemiche
LONDRA - La misura colpirebbe in maniera indiscriminata anche i bambini, soli o accompagnati che siano. Questo è uno dei pochi dettagli noti sul nuovo disegno di legge annunciato domenica dal premier britannico Rishi Sunak e che, in sostanza, vuole impedire a tutte le persone che arrivano illegalmente a bordo di imbarcazioni nel Regno Unito di chiedere asilo.
Secondo il numero 10 di Downing Street ciò disincentiverebbe i viaggi pericolosi attraverso il mare e toglierebbe quindi potere a chi perpetra la tratta di esseri umani. Tuttavia le critiche sono molte.
Ad esempio c'è chi sostiene che le uniche persone che verrebbero davvero colpite dalla nuova legislazione, sarebbero coloro che sono in fuga da guerre, carestie o regimi. E, stando alle Nazioni Unite, implementare misure simili comporterebbe una violazione degli obblighi del Regno Unito ai sensi della Convenzione sui rifugiati del 1951. Gli stessi colleghi conservatori di Sunak sono molto perplessi.
Ancora Ruanda - In sostanza il piano del premier è quello di aggirare alcuni aspetti della Convenzione europea sui diritti umani. Questo suo tentativo segue il quasi totale fallimento della misura sui voli verso il Ruanda, con cui il Regno Unito intendeva trattare le richieste di asilo non sul proprio territorio, ma nello Stato africano. In realtà un tribunale ha riconosciuto che la misura sarebbe legale, tuttavia la questione è ancora aperta in numerose corti e nessun aereo finora ha ancora preso il volo.
Ma anche in questo caso il Ruanda ha il suo ruolo. Sunak vorrebbe infatti inviare tutti coloro che arrivano illegalmente nel Regno Unito con il barcone nel Paese del continente africano, in maniera indiscriminata. Se oggi infatti una persona richiedente asilo ha il diritto di restare sul suolo britannico una volta arrivato perché possa discutere il proprio caso, ciò non varrebbe più una volta entrata in vigore la nuova legge.
28 giorni di detenzione - Stando alle informazioni raccolte dal Guardian, inoltre, non ci sarebbe l'intenzione di trattare le domande di asilo in Ruanda. Bensì c'è la possibilità che Sunak voglia addirittura vietare a tutte queste persone di tornare nel Regno Unito. In Ruanda dovrebbero prima affrontare un periodo di detenzione di almeno 28 giorni - e questo si applicherebbe anche ai minorenni - dopodiché dovrebbero restare in Ruanda oppure verrebbero inviati in Paesi terzi o in quello di origine.
L'attuale capacità di detenzione in Ruanda è di 2'286 persone. Per citare il Guardian: «Se tutti coloro che hanno attraversato la Manica lo scorso anno fossero stati detenuti per 28 giorni, il 4 settembre sarebbero state in stato di fermo 9'161 persone».
Oltre a un vero e proprio problema di capacità, ci sarebbe anche un punto molto critico sul lato finanziario. I contribuenti dovrebbero versare 219 milioni di sterline all'anno per un periodo di detenzione di 28 giorni di 65mila persone - che corrisponde al numero di individui che ci aspetta compiano la traversata nel 2023. Nel caso in cui il periodo di detenzione venga prolungato a sei mesi, i cittadini britannici dovrebbero versare imposte per 1,4 miliardi di sterline (1,57 miliardi di franchi svizzeri).
Critiche su tutti i fronti - Numerose organizzazioni per la protezione dei diritti umani hanno fortemente criticato il disegno di legge del premier Sunak, definendolo «inumano», «estremamente preoccupante», «caotico» e «costoso».
E gli stessi conservatori temono che Sunak voglia fare un passo più lungo della gamba. C'è chi sostiene che l'obiettivo sia arrivare alle elezioni con una legge dura che verrà prontamente bloccata dall'Ue, così da poter incolpare la sinistra e i laburisti «per essere teneri sull'immigrazione». Un certo numero di parlamentari conservatori non sarebbe favorevole a violare la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Altri ancora non vedono come una legge simile possa essere applicata. Delle risposte dovrebbero già arrivare venerdì, quando il premier e la ministra degli Interni Suella Braverman incontreranno il presidente francese Emmanuel Macron.