Secondo il premier kosovaro Albin Kurti il comportamento della Serbia avrebbe condizionato la partecipazione alle elezioni
PRISTINA - Il premier kosovaro Albin Kurti ha sottolineato che la bassa affluenza alle urne nelle elezioni locali di ieri nel nord del Kosovo è legata all'atmosfera di "intimidazione e ricatto" provocata, a suo dire, dalla dirigenza di Belgrado.
«Ha dominato un'atmosfera di intimidazione e ricatto, per questo la partecipazione dei cittadini alle elezioni è stata bassa. Il boicottaggio (dei serbi) nel nord è stato imposto da una campagna di minacce da parte della dirigenza di Belgrado, e dai suoi emissari criminali presenti sul terreno al nord. Ringrazio i cittadini per il loro coraggio e la loro calma», ha detto Kurti in una dichiarazione diffusa dai media locali a Pristina.
Sottolineando come la giornata elettorale sia trascorsa nella calma e senza incidenti, il premier ha ringraziato la commissione elettorale per la buona organizzazione del voto, e la polizia locale per aver garantito al meglio la sicurezza e l'ordine pubblico. Kurti si è quindi congratulato con i nuovi sindaci eletti nei quattro maggiori Comuni del nord a maggioranza serba, e con i componenti delle Assemblee municipali di due di tali Comuni, eletti anch'essi nel voto di ieri, incoraggiandoli a lavorare con dedizione al servizio della cittadinanza.
«Il governo li sosterrà e li aiuterà. Il sistema istituzionale e i servizi pubblici potranno ora funzionare meglio, per il benessere dei cittadini e il rispetto dei loro diritti», ha affermato il premier.
Ieri si è votato per i nuovi sindaci di Zvecan, Zubin Potok, Leposavic e il settore nord (serbo) di Kosovska Mitrovica, e anche per il rinnovo della Assemblee municipali di Mitrovica nord e Leposavic. A causa del boicottaggio di massa della locale popolazione serba e di Srpska Lista, il maggiore partito che li rappresenta, l'affluenza è risultata di appena il 3,47%, e a essere eletti sono stati esponenti di etnia albanese, appartenenti a partiti espressione della maggioranza della popolazione kosovara di etnia albanese.
Belgrado ha definito tali elezioni illegittime e non democratiche, ritenendo inaccettabile che a governare Comuni al 98% con popolazione serba siano rappresentanti del 2% di popolazione albanese locale. Una situazione questa che non potrà non pesare sulla già difficile situazione nei rapporti tra Belgrado e Pristina, facendo salire nuovamente la tensione interetnica in particolare nel nord del Kosovo.