L'ambasciatore sta subendo vari attacchi, anche indiretti, a causa dell'intervista in cui ha messo in dubbio la sovranità dei Paesi Baltici
PARIGI - I giudizi dell'ambasciatore cinese in Francia, Lu Shaye, che venerdì in tv ha messo in dubbio la sovranità dei Paesi ex sovietici, «non erano una dichiarazione politica, ma un'espressione di opinioni personali in un dibattito televisivo».
Pertanto, si legge in una nota della rappresentanza diplomatica, «non dovrebbero essere sovrainterpretate e la posizione della Cina sulle questioni rilevanti non è cambiata». Sulla sovranità territoriale, «la posizione della parte cinese è coerente e chiara» e rispetta «la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale di tutti i Paesi e sostiene gli scopi e i principi della Carta dell'Onu».
Dopo la dissoluzione dell'Urss, la Cina è «stata uno dei primi Paesi a stabilire relazioni diplomatiche» con le ex repubbliche sovietiche, lavorando da allora sempre allo sviluppo delle «relazioni bilaterali amichevoli e di cooperazione basate sui principi del rispetto reciproco e dell'uguaglianza».
La parte cinese, ha concluso la nota, «rispetta lo status di Paesi sovrani delle Repubbliche nate dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica. Sulla questione dell'Ucraina, la posizione della Cina è coerente e chiara: è disponibile a continuare a lavorare con la comunità internazionale per dare il proprio contributo alla soluzione politica della crisi».