Drammatica escalation strategica del conflitto.
MOSCA - Il dispiegamento di armi nucleari russe in Bielorussia comincerà dopo il 7 o l'8 luglio, quando è prevista la conclusione dei lavori di costruzione delle installazioni necessarie.
Lo ha detto il presidente Vladimir Putin che oggi ha incontrato il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko a Sochi.
Per oggi il presidente russo, oltre che con Lukashenko, aveva in agenda anche l'incontro con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan a Sochi, dove è in corso un vertice economico di diversi Paesi dell'ex Unione Sovietica. A renderlo noto è il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe. Nel frattempo si apprende che l'Islanda chiuderà temporaneamente la sua ambasciata a Mosca, a partire dal primo agosto.
«680 soldati ucraini eliminati» - Per quanto concerne la guerra sul campo, il ministero della Difesa russo ha affermato che 680 soldati ucraini sono stati eliminati e 35 carri armati distrutti in combattimenti nella regione di Zaporizhzhia e nel sud di quella di Donetsk, dove continuano i tentativi di avanzata delle forze di Kiev.
Solo il 10% degli ucraini rinuncerebbe ai territori per la pace - Infine, difficile se non impossibile pensare a un compromesso da parte ucraina: secondo un sondaggio condotto dall'Istituto internazionale di Sociologia di Kiev (Kiis), solo il 10% circa degli ucraini si dice pronto a rinunciare alle terre occupate dai russi pur di raggiungere presto la pace.
«La stragrande maggioranza degli intervistati, pari all'84%, continua a ritenere che nessuna concessione territoriale sia accettabile, anche se per questo la guerra dovesse durare più a lungo e ci fossero altre minacce. Solo il 10% ritiene che per raggiungere la pace e preservare l'indipendenza si possa rinunciare ad alcuni territori», si legge nel comunicato dell'istituto ucraino.