Il presidente Lukashenko ha chiesto al suo esecutivo di contattare la Polonia. Sullo la decisione di schierare 10mila soldati al confine
MINSK - Il leader bielorusso Alexander Lukashenko ha dichiarato di aver ordinato al suo governo di «contattare» la vicina Polonia, affermando di essere pronto a parlare mentre aumentano le tensioni di confine tra il paese polacco, membro della Nato e dell'Ue, e l'alleato di Mosca.
«Dobbiamo parlare con i polacchi. Ho ordinato al primo ministro di contattarli», ha dichiarato Lukashenko, secondo l'agenzia di stampa statale Belta. «Siamo vicini e non si scelgono i propri vicini».
Le tensioni tra Minsk e Varsavia sono attualmente elevate, in un contesto di divisione sul conflitto in Ucraina, con la Polonia che aiuta Kiev finanziariamente e militarmente, mentre la Bielorussia è un alleato di Mosca.
La Polonia ha dichiarato ieri di voler schierare circa 10.000 soldati per proteggere il confine orientale con la Bielorussia come «deterrente». Secondo Lukashenko, il governo polacco sta cercando «un'escalation, di peggiorare la situazione, per dimostrare di aver armato e riarmato adeguatamente il Paese», in vista «delle elezioni (parlamentari) del 15 ottobre» in Polonia. Il leader bielorusso ritiene «improbabile» che tra due mesi ci siano «cambiamenti significativi» nella posizione di Varsavia, che sarebbero «vantaggiosi per loro e per noi».
«Ci chiedono molto (...), ma non possiamo accettarlo, perché sarebbe contro i nostri interessi», ha dichiarato. Pur dicendosi «aperto alla cooperazione», Alexander Lukashenko ha accusato direttamente «gli americani (di aver) puntato sulla Polonia» per infiammare le tensioni nella regione, nel mezzo del conflitto tra Ucraina e Russia. La Polonia ha recentemente avvertito della minaccia di provocazioni da parte della Bielorussia e dei potenziali pericoli posti dall'arrivo nel Paese del gruppo mercenario russo Wagner. Varsavia accusa inoltre Minsk e Mosca di orchestrare una nuova ondata di migranti nell'Unione Europea per destabilizzare l'area.