Il tycoon a ruota libera in un dibattito in Iowa: «Cancellerò le politiche per il clima ricominciando a trivellare, trivellare» ha tuonato
WASHINGTON - «Sarò un dittatore solo il primo giorno della presidenza, quando chiuderò i confini col Messico e cancellerò le politiche per il clima ricominciando a trivellare, trivellare, trivellare». Prevede con un suo ritorno alla Casa Bianca«la più grande espulsione di migranti della storia americana, con rastrellamenti e arresti casa per casa degli illegali». Così ha tuonato Donald Trump in un dibattito in Iowa organizzato da Fox News, dopo alcuni tentativi di dribblare la domanda sui crescenti timori in Usa di una svolta autoritaria se tornerà alla Casa Bianca.
Parole che non rassicurano chi teme per le sorti della democrazia americana, né tantomeno gli ambientalisti, che paventano una nuova uscita dagli accordi di Parigi e un'inversione di marcia nella lotta ai cambiamenti climatici.
Trump ha anche tentato di ribaltare le accuse: «Sono i democratici che abusano del loro potere, non io», ha attaccato, dopo aver definito sul suo social Truth Joe Biden «la vera minaccia alla democrazia».
«L'entusiasmo attorno a me è più grande che mai, più delle elezioni del 2016 e quelle del 2020, alle quali comunque siamo andati benissimo», ha assicurato, accusando addirittura il partito avversario di "finanziare" i suoi principali rivali alle primarie: Ron DeSantis e Nikki Haley, protagonisti in serata del quarto dibattito presidenziale repubblicano in tv che il tycoon ha boicottato per l'ennesima volta, forte del suo ampio vantaggio nei sondaggi.
Joe Biden però ostenta sicurezza, nonostante il suo indice di gradimento sia al minimo (37% nell'ultima rilevazione Cnn), affondato dai dubbi sull'età e sulle condizioni di salute, dalla sensazione (infondata) che l'economia vada male e dalla gestione delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente: «Sconfiggerò Trump», ha assicurato pubblicamente nel suo discorso alla Casa Bianca sui fondi all'Ucraina. «Non verrà al mio prossimo insediamento», aveva azzardato il giorno prima in un evento elettorale a Boston, ammettendo che forse non si sarebbe ricandidato se il tycoon non fosse tornato in pista.
«Ma non possiamo lasciarlo vincere», ha ammonito, spiegando che i timori di una dittatura Trump confermano le sue accuse. Come quando ha evocato la retorica nazista dopo che The Donald ha minacciato di dare la caccia a tutti coloro che gli si oppongono e di spazzare via "i parassiti in America". Minacce estese anche ai giornalisti da un suo alleato, Kash Patel, che probabilmente ricoprirà un ruolo di alto livello nella sicurezza nazionale nell'eventuale nuova amministrazione Trump, dopo esserne stato consigliere antiterrorismo. Del resto l'ex presidente aveva già bollato stalinianamente i reporter come "nemici del popolo".
Gli allarmi sui rischi di una deriva autoritaria nel caso di un suo ritorno si sono moltiplicati negli ultimi giorni sui principali media americani, che hanno dipinto foschi scenari distopici: dal New York Times al Washington Post (che lo ha accostato a Giulio Cesare), dalla Cnn a The Atlantic, passando anche per il conservatore Wall Street Journal.
Il tycoon non fa mistero del suo 'Project 2025' per consumare la sua "vendetta": usare come arma il dipartimento di Giustizia per perseguire avversari politici come Biden e 'traditori' come l'ex ministro della Giustizia William Barr o l'ex capo dello stato maggiore congiunto Mark Milley, per il quale ha suggerito la pena capitale; invocare nel primo giorno del suo mandato l'Insurrection Act per schierare i militari contro le manifestazioni civili; smantellare il 'deep state' con licenziamenti di massa di funzionari sgraditi da rimpiazzare con gente zelante e leale; creare un organismo federale che dia licenze per l'insegnamento solo ai professori che "abbracciano i valori patriottici e il modello di vita americano".