ll Consiglio ha fissato le elezioni presidenziali, cruciali per il futuro politico del Paese e della sua posizione geopolitica.
MOSCA - Il Consiglio della Federazione Russa «ha programmato le elezioni presidenziali per il 17 marzo 2024, la Camera ha approvato all'unanimità la risoluzione».
È il comunicato rilasciato oggi all'agenzia di Stato, con il quale si ufficializza per il prossimo 17 marzo 2024 - ma si valuta di votare tre giorni: 15, 16, 17 marzo - come data nella quale il suffragio universale deciderà sul destino politico della Russia, e non solo.
«L’evento politico più importante»
Perchè in ballo c'è il destino del mondo, come fa ben capire la presidente della Camera Valentina Mtvienko, sottolineando che «le prossime elezioni rappresentano l’evento politico più importante», che determineranno in larga misura il futuro della Russia.
La Presidente della Commissione elettorale Centrale, ripresa dalle agenzie russe, ha dichiarato: «Le prossime elezioni garantiranno in gran parte il rafforzamento dello sviluppo della Russia e la sua vittoria in questa spietata battaglia geopolitica».
Le riserve di Putin
Dunque la campagna elettorale potrà considerarsi aperta non appena la decisione del Consiglio della Federazione verrà pubblicata ufficialmente, tant'è che Putin non ha ancora sciolto le riserve sulla sua possibile ricandidatura
Anche se a inizio mese le agenzie avevano ribattuto l'intenzione dell'attuale Presidente - che ha 71 anni - di candidarsi per un altro mandato di sei anni, sebbene non ci fossero comunicazioni ufficiali («Putin non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito», aveva dichiarato a inizio novembre il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov).
Tra candidati e passi indietro poco probabili
Quanto ai candidati ufficiali occorre attendere. Ma se l'attuale leader si potrebbe presentare come candidato indipendente, potrebbero presentare un loro prescelto sia il Partito Comunista che quello Liberale, entrambi di opposizione sebbene supportino la guerra con l'Ucraina.
Impossibile invece vedere l'oppositore Alexei Navalny, da tempo in carcere.
Nessuno si aspetta un passo indietro dello "zar" - favorito nei sondaggi interni alla Russia specie dopo l'invasione dell'Ucraina - ma se così fosse, il destino del mondo potrebbe aprirsi ancor più all'incertezza.
Quest'ultima, eventualità poco gradita anche all'amministrazione USA, il cui spettro peggiore è da sempre quello di non conoscere a fondo il proprio interlocutore.