Bannon, Miller e Kushner potrebbero assumere ruoli chiave in caso di una vittoria del tycoon
WASHINGTON - «Donald Trump rappresenta molte minacce per questo Paese. Dal diritto di scelta ai diritti civili, al diritto di voto, alla posizione dell'America nel mondo. Ma la più grande minaccia di tutte è quella che Trump pone alla nostra democrazia. Se perdiamo questa, perdiamo tutto».
Joe Biden è andato all'attacco del suo probabile rivale nella corsa alla Casa Bianca, durante un evento elettorale in California. Il presidente ha affermato che gli Stati Uniti non possono permettersi di rischiare di avere Trump in carica nel 250/mo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza, nel 2026.
«Tutto quello che dobbiamo fare è scendere in campo. Scendere in campo di nuovo e far sentire la nostra voce», ha esortato. «Forse ricorderete il 6 gennaio, Trump seduto per ore nella sua sala da pranzo privata vicino allo Studio Ovale, guardando tutto ciò che accadeva in tv. La folla che attacca la polizia di Capitol Hill, uccide e profana il Campidoglio», ha proseguito, definendo il tycoon «il primo candidato perdente nella storia a rifiutarsi di accettare la volontà del popolo».
Biden ha concluso ammonendo che nonostante tutto quello che ha fatto, Trump ha promesso di essere peggio nel secondo mandato. «Sta minacciando di usare l'esercito americano nelle strade d'America per dare la caccia ai suoi oppositori politici», ha messo in guardia. Infine ha ricordato la promessa del suo predecessore di voler essere un dittatore ma «solo nel primo giorno». «Bene, grazie a Dio, solo per un giorno», ha ironizzato, facendosi il segno della croce.
La squadra di Trump? Tornano Bannon e Kushner
L'ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon come capo dello staff, Stephen Miller come Procuratore generale Jared Kushner come segretario di Stato: Axios fa circolare il primo totonomi di una possibile futura amministrazione Trump, citando fonti vicine al tycoon. I requisiti fondamentali saranno una lealtà accertata e l'impegno a estendere i confini della legge e della governance.
In lizza come vicepresidenti ci sarebbero il deputato J.D. Vance, autore di "Hillbilly Elegy" ed esponente di punta del movimento trumpiano Maga, l'ex portavoce della Casa Bianca e ora governatrice dell'Arkansas Sarah Huckabee Sanders, la candidata al Senato in Arizona Kari Lake (una negazionista del risultato delle elezioni 2020) e la governatrice del South Dakota Kristi Noem.
Ma l'ex First Lady Melania insisterebbe per l'ex anchor di Fox News Tucker Carlson, anche se secondo l'entourage di Trump lui non sceglierebbe mai una persona che possa fargli ombra. Miller potrebbe essere ministro della Giustizia o avere un ruolo a livello ministeriale per plasmare la politica migratoria anche nel secondo mandato, come ha fatto nel primo come consigliere dietro le quinte.
L'ex consigliere del Pentagono Kash Patel, distintosi nella guerra trumpiana contro la comunità dell'intelligence, sarebbe considerato per un ruolo nella sicurezza nazionale, potenzialmente anche alla guida della Cia.
Per il Pentagono in corsa il senatore Tom Cotton, un ex ufficiale di fanteria che scrisse sul Nyt un intervento a sostegno del ricorso dell'Insurrection Act per schierare l'esercito contro i disordini civili. In pista anche l'ex deputato Lee Zeldin, un ex parà inviato in Iraq. Il genero di Trump, Jared Kushner, già consigliere presidenziale nel primo mandato del tycoon, finora ha mantenuto le distanze dalla campagna del suocero ma potrebbe tornare alla Casa Bianca come capo della diplomazia, mantenendo il suo focus sul Medio Oriente.