Insieme a un suo stretto collaboratore, era stato condannato per abuso di potere nel 2007. Ma fino a oggi non aveva scontato la sua pena
VARSAVIA - La Polonia è in preda a un «caos giuridico senza precedenti». Parola del premier Donald Tusk in seguito all'arresto dell'ex ministro dell'Interno Mariusz Kaminski e del suo stretto collaboratore Maciej Wasik, avvenuto addirittura all'interno del palazzo presidenziale, dove i due uomini politici avevano cercato e trovato rifugio presso il capo dello Stato, Andrzej Duda, loro alleato politico.
Kaminski e Wasik sono stati condannati a due anni di prigione per abuso di potere in una vicenda che risale al 2007, quando Kaminski era coordinatore dei servizi segreti sotto il governo guidato dal partito conservatore Diritto e Giustizia (PiS).
Il presidente Duda aveva concesso loro la grazia nel 2015 ma la Corte Suprema polacca in seguito ha stabilito che si tratta di una grazia non valida, perché concessa mentre i due politici stavano facendo appello contro la loro condanna, confermata con sentenza definitiva lunedì scorso. A loro volta il Tribunale costituzionale e una nuova camera della Corte Suprema, entrambi composti da giudici nominati dal PiS, si sono invece pronunciati a favore della validità della grazia.
A complicare ulteriormente la vicenda, o meglio lo scontro politico, c'è anche il fatto che sia Kaminski che Wasik sono stati eletti deputati nelle elezioni dello scorso ottobre che hanno visto il loro partito Diritto e Giustizia perdere il potere dopo 8 anni a favore della coalizione pro-Ue guidata da Tusk. Il presidente della Camera bassa del Parlamento ha spiegato che i loro mandati sono stati annullati dopo la sentenza, dando pertanto luce verde all'arresto.
Si arriva così a ieri mattina quando, dopo che il mandato di arresto era stato emesso, Kaminski e Wasik sono stati invitati da Duda al palazzo presidenziale di Varsavia per partecipare a una cerimonia in cui due dei loro ex colleghi avrebbero prestato giuramento come consiglieri presidenziali.
Lo stallo è andato avanti per ore. Il premier Tusk, ex presidente del Consiglio europeo che dopo il suo insediamento ha affermato che il «ripristino dello Stato di diritto» sarebbe stata la stella polare da seguire per il suo governo, ha dichiarato in una conferenza stampa che la sentenza della Corte doveva essere rispettata, suggerendo che il presidente Duda stava di fatto ostacolando la giustizia.
Il duplice arresto è stato infine eseguito, con Kaminski che si è autodefinito «detenuto politico» e ha annunciato di aver iniziato uno sciopero della fame, mentre Duda, il cui secondo e ultimo mandato terminerà nel 2025, ha affermato di essere «profondamente scioccato. Non avrò pace - ha detto - finché Kaminski e Wasik non saranno liberi».
Si profila così un prolungato braccio di ferro tra il nuovo esecutivo e l'opposizione, già iniziato subito dopo l'insediamento di Tusk quando il presidente dell'agenzia di stampa nazionale Pap è stato silurato dal neo ministro della Cultura, così come i dirigenti dell'emittente televisiva Tvp e della Radio polacca. Il governo ha spiegato di voler così ripristinare la neutralità dei media pubblici, accusando il PiS di averli trasformati in organi di propaganda quando era al potere.