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REGNO UNITOElezioni, 412 seggi ai Labour e 121 ai Tory dell'ex premier Sunak

06.07.24 - 13:29
Confermato il tracollo disastroso e il minimo storico
Foto Keystone
Fonte ATS
Elezioni, 412 seggi ai Labour e 121 ai Tory dell'ex premier Sunak
Confermato il tracollo disastroso e il minimo storico

LONDRA - I risultati finali delle elezioni politiche britanniche, dopo che sono stati proclamati tutti i vincitori dei 650 seggi nella Camera dei comuni, attribuiscono 412 deputati al Labour del neopremier Keir Starmer, in linea con le previsioni degli exit poll, a soli sei seggi dal record di Tony Blair nel 1997, mentre i Tory dell'ex primo ministro Rishi Sunak ne ottengono 121, confermando il tracollo disastroso e il minimo storico.

I liberaldemocratici di Ed Davey, ai quali è andato l'ultimo seggio assegnato in ritardo in Scozia, salgono a quota 72 e ottengono un risultato record. Reform Uk di Nigel Farage conquista cinque seggi.

L'affluenza si conferma ai minimi dal 2005, con appena il 59,9% degli aventi diritto alle urne.

L'assegnazione dei seggi certifica pure la debacle in Scozia degli indipendentisti dell'Snp, che crollano a 9 seggi contro i 48 delle precedenti elezioni britanniche di fine 2019. Al contrario esultano i Verdi, che ottengono 4 seggi, tre in più. Inoltre i repubblicani nordirlandesi dello Sinn Fein, confermando i loro 7 seggi, diventano il primo partito dell'Irlanda del Nord anche a Westminster (sebbene per tradizione e per principio i loro rappresentanti siano destinati a disertare la Camera dei Comuni di Londra) in quanto gli unionisti del Dup si sono fermati a quota 5, perdendone 3.

Il sistema elettorale maggioritario britannico del "first past the post" ha un effetto importante sulla distribuzione dei segni: facilitando la governabilità, ma riflettendo in modo distorsivo (in questa elezione più che mai) i voti reali e il calcolo proporzionale nazionale dei consensi.

Il Labour moderato di Keir Starmer guadagna infatti i suoi 412 seggi, circa due terzi dei 650 totali dei Comuni, con non più di un 33,8% di suffragi, e un mero guadagno dell'1,6%, nonché con mezzo milione di voti reali in meno rispetto al risultato (considerato allora disastroso) ottenuto nel 2019 sotto la leadership di sinistra di Jeremy Corbyn. Mentre i Tories calano pesantemente anche nel proporzionale (al 23,7%, quasi venti punti in meno). Il terzo partito a livelli di consensi è invece Reform UK, che s'impenna al 14,3% (con oltre 4 milioni di voti) portando in dote all'ultradestra 5 deputati per la prima volta (incluso Nigel Farage); ma comunque rimanendo largamente dietro quanto a seggi - con una sfilza di secondi posti in numerosi collegi - ai centristi liberaldemocratici di Ed Davey: i quali, con solo il 12,2% (ma concentrato in un numero ristretto di circoscrizioni), incassano ben 72 deputati, loro picco da circa un secolo.

Da notare lo scarto fra voti e rappresentanza anche dei Verdi, che guadagnano seggi, ma non in proporzione alla loro ascesa nei consensi al 6,8% (più 4%). E infatti sono proprio i Greens e il partito di Farage i più decisi a evocare in queste ore l'auspicio di una riforma del sistema elettorale in senso «più proporzionale e più democratico».

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