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STATI UNITIBiden, «l'attentato a Trump ci impone un passo indietro»

15.07.24 - 07:09
Lo ha detto Joe Biden in un discorso alla nazione. Intanto Trump è a Milwaukee per la convention della candidatura ufficiale
Foto Keystone
Fonte ATS
Biden, «l'attentato a Trump ci impone un passo indietro»
Lo ha detto Joe Biden in un discorso alla nazione. Intanto Trump è a Milwaukee per la convention della candidatura ufficiale

WASHINGTON - «L'attentato a Donald Trump impone a tutti noi un passo indietro». Lo ha detto Joe Biden in un discorso alla nazione dopo l'attacco all'ex presidente in Pennsylvania. «Non siamo nemici, siamo tutti americani», ha aggiunto.

«La politica non può essere un campo di battaglia», ha dichiarato il presidente, sottolineando che »le decisioni si prendono nelle urne, con il voto, e non con le pallottole».

«La violenza politica non può essere normalizzata. Ribadisco che la posta in queste elezioni non è mai stata così alta, ci credo con tutto il mio cuore, ma dobbiamo abbassare i toni», ha insistito Biden.

Donald Trump intanto sbarca a Milwaukee: giovedì prossimo (18 luglio) il D-Day della candidatura ufficiale - Intanto Donald Trump è sbarcato a Milwaukee per partecipare da oggi (15 luglio) alla convention repubblicana che giovedì lo incoronerà candidato ufficiale per la Casa Bianca. Lo rende noto il figlio Eric su X, postando un video dell'atterraggio.

Al suo arrivo nella città del Wisconsin, Trump è sceso dall'aereo alzando il pugno: il gesto, ormai diventato iconico, che ha fatto anche subito dopo essere stato colpito da un proiettile durante il comizio in Pennsylvania. Il tycoon, in giacca e camicia, è sembrato in buone condizioni.

Non parleranno Melania e Ivanka - «Non ci saranno cambiamenti operativi alla convention repubblicana a Milwaukee», ha intanto rivelato il Secret Service in una conferenza stampa. Lungo l'elenco di relatori all'evento: si va dal rapper e modello Amber Rose al controverso anchor Tucker Carlson fino all'investitore e podcaster David Sacks e all'ex consigliere Peter Navarro, appena uscito di galera per oltraggio al Congresso. Nella lista ci sono il CEO dell'UFC (l'organizzazione delle arti marziali miste) Dana White, il leader evangelico Franklin Graham e le star della musica country Lee Greenwood e Chris Janson, nonché i potenziali vice di Trump nel ticket repubblicano.

Parleranno anche i figli maggiori del tycoon, Donald Trump jr ed Eric Trump, la fidanzata del primo Kimberly Guilfoyle (ex conduttrice di Fox News) e la moglie del secondo Lara Trump, co-presidente del partito repubblicano. Niente in programma né per l'ex first lady Melania né per Ivanka.

Tra gli imprenditori e attivisti figurano Charlie Kirk, Diane Hendricks, Perry Johnson, l'ex candidato presidenziale Vivek Ramaswamy e Steven e Zach Witkoff. Inclusi pure Tom Homan, ex direttore ad interim della polizia di frontiera, e il presidente del sindacato Teamsters (autotrasportatori) Sean O'Brien. Alcuni dei relatori hanno suscitato polemiche nelle comunità afroamericane e latine, quindi Trump dovrà evitare che compromettano i suoi sforzi per rafforzare la presa su questa fetta dell'elettorato.

Crooks «non sapeva sparare» - Intanto, in merito all'attentato di sabato emerge che Thomas Matthew Crooks "non sapeva sparare", tanto che non è stato ammesso ad un club di tiro della scuola. Lo rivelano due suoi ex compagni di classe. «Il primo giorno praticamente non è riuscito nemmeno a centrare il bersaglio», ha raccontato ad Abc news Jameson Myers. Al momento il club non ha confermato né smentito queste dichiarazioni.

Da parte sua Brett Baier di Fox News ha avuto una telefonata di 15 minuti con Trump e ha riferito che il tycoon ha «elogiato il presidente Biden per la telefonata» che gli ha fatto dopo l'attentato, definendola una «buona conversazione». Trump ha raccontato a Baier - secondo la sua versione - che aveva appena girato la testa di lato per guardare un'infografica sulle statistiche sull'immigrazione durante il comizio quando ha sentito qualcosa che ha descritto come "la più grande zanzara della sua vita" o «un calabrone che sembrava fosse nel suo orecchio».

Invece era un proiettile. Poi Trump gli ha raccontato di aver guardato la sua mano, di aver visto il sangue e di essere andato a terra. Il tycoon ha quindi detto che quando ha alzato il pugno alla folla, in realtà avrebbe voluto tornare indietro e dire qualche parola ai suoi sostenitori, ma il Secret Service lo stava spingendo fuori dal palco.

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